L’ Expo? Si fa a “Scuola d’Orto”

Gli orti, i piccoli contadini e qualche nonno volontario non si riposano neanche d’inverno. Tra semenzai, dissodamenti di terra e attività varie, l’attività ferve, anche se l’inverno è tempo di “riposo” per la campagna e per gli “orti didattici”.

 Un’esperienza scolastica, affiancata da esperti volontari, che ormai da tempo si sta estendendo anche a Milano, città che nei decenni trascorsi è stata piuttosto allergica al tema dell’agricoltura e che ha mal sopportato le realtà agricole (lo sanno bene gli agricoltori della nostra città, che hanno resistito alle diverse incursioni cementificatrici a dismisura, sopportando un po’ di tutto). E anche l’Expo, nato con una forte valenza agricola e di promozione dell’agricoltura, con il tempo e tutte le vicende giudiziarie di contorno ha “geneticamente” modificato la percezione agli occhi e alle tasche di noi milanesi. Quello che secondo il segretario generale del Bie (Bureau international des expositions) Vicente Loscertales era necessario fare di Expo, un progetto nazionale, coinvolgere l’Italia e avviare una comunicazione permanente per i cittadini, con il passare del tempo è salito agli “onori” della pubblica attenzione per tutto il malaffare emerso, che da una parte indigna e suscita ribellione e dall’altra lascia la tristezza nel cuore, perché la grande attesa e la speranza dei Paesi più poveri vengono calpestate.
Ma c’è anche chi, nella noncuranza di chi dovrebbe dare una mano e accompagnare la diffusione delle iniziative nel territorio, crede che l’agricoltura non sia un “ente inutile” e che i milanesi - in particolare quelli più piccoli - debbano essere coinvolti direttamente nella realizzazione del tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” che, secondo le varie indagini condotte, risultava sostanzialmente sconosciuto alla maggioranza dei milanesi. Allora, fare conoscere, fare “pratica” del tema dell’Expo 2015 è proprio quello che si sta facendo in varie scuole, come la Carlo Poma (Quinto Romano), la Massaua (Piazza Tripoli), la De Marchi (Primaticcio) e le scuole di via Valdagno (Barocco), di via Quinto Romano (Baggio), di via Monte Baldo (San Siro), di via Val d’Intelvi, (Baggio) di via Don Gnocchi, di via Martinetti, (Perrucchetti) di via Silla, (Figino) di via Carlo Dolci, di via Marx (Quarto Cagnino), di via Airaghi (Quinto Romano), che ormai da tempo sono impegnate nella realizzazione del progetto “Orto a Scuola”, dove frutta e verdura sono gli elementi di un percorso educativo e, in particolare, di educazione alimentare. Ma non solo scuole: anche in Cascina Bellaria nel Parco di Trenno, sede di “Atlha onlus”, associazione per il tempo libero dei disabili è attivo un orto didattico (perché l’orto è per tutti) e si raccolgono e si mangiano verdure di ogni genere. Tutto ciò naturalmente a “costo zero” (sentendo tutte le cifre mirabolanti che girano attorno a Expo viene da pensare ...), grazie all’attenzione di alcuni insegnanti e alla passione di qualche “nonno”, ma anche al contributo di aziende agricole come la Cascina Caldera di via Caldera, la Cascina Verga di via Airaghi, la Cascina La Corte di via Mosca, l’Azienda Florovivaistica Perego di via Airaghi, la Cascina Campi di via Rizzardi o la Cascina San Romano (Centro forestazione urbana - Bosco in Città) di via Novara. 
Ma, il “Signor Expo 2015” che dice? Purtroppo, finora nulla. Un’altra occasione persa. 
“Nonno Peppino” Zipparri
Circolo La Corte-CPM

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