PER GLI ACQUISTI SEMPRE PIU’ ITALIANI ON LINE

La crescita dell’e-commerce rimane a doppia cifra anche nello scorso anno. Il fatturato complessivo delle vendite online è stimato in 31,7 miliardi di Euro, con un incremento del 10% sul 2015. L’e-commerce italiano sta entrando in una fase di maturazione e consolidamento. È quanto afferma il recente rapporto E-commerce in Italia 2017 redatto da Casaleggio Associati che, oltre ad analizzare le strategie degli operatori nel mondo, in Europa e in Italia offrendo interessanti suggerimenti, fa il quadro della situazione di questo fenomeno che sta rapidamente cambiando le abitudini dei consumatori con forti conseguenze per il settore delle vendite al dettaglio.


NEL MONDO - Il valore del mercato e-commerce a livello mondiale è stimato in 1.915 miliardi di dollari nel 2016, oltre 200 miliardi di dollari in più del 2015, e pari all’8,7% del totale del mercato di vendita al dettaglio (7,4% nel 2015).


Mentre il ritmo di crescita per le vendite al dettaglio è complessivamente in calo, la quota digitale continua a espandersi rapidamente, con un tasso di crescita del 23,7% nel 2016. Le vendite e-commerce raggiungeranno i 4.058 miliardi di dollari nel 2020, arrivando a coprire il 14,6% del totale della spesa nell’anno. I due Paesi che dominano la classifica mondiale continuano a essere Cina e Stati Uniti. La Cina occupa la prima posizione, con un fatturato delle vendite online stimato in 899,09 miliardi di dollari nel 2016, quasi la metà (46%) del mercato globale,


IN EUROPA - Il valore dell’e-commerce in Europa è stimato in 509,09 miliardi di Euro nel 2016, in crescita del 13% rispetto al 2015. Si stima che circa 296 milioni di persone facciano acquisti online da 48 Paesi europei, inclusi i 28 membri dell’Unione Europea. La crescita nel mercato delle vendite al dettaglio avviene grazie all’e- commerce. Oggi il 57% degli utenti internet europei fa acquisti online, ma solo il 16% delle PMI vende online, e meno della metà di esse (7,5%) vende online oltre confine (7,5%). Per il 2017 le previsioni di vendita online di beni e servizi sono di 598 miliardi di Euro, mentre nel 2018 si prevede un fatturato totale di 660 miliardi di Euro. I tre Paesi con il fatturato e-commerce più elevato sono ancora una volta: Regno Unito, Germania e Francia, che rappresentano circa il 60% del mercato e-commerce europeo.


 IN ITALIA -  La diffusione dell’online ha raggiunto l’88,7% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni, con 42,6 milioni di italiani che dichiarano di poter accedere a internet da location fisse o da mobile. Questo dato è in crescita del 2,8% rispetto allo scorso anno. Sempre più diffuso l’accesso a internet da smartphone che supera il desktop. Circa 36,4 milioni di soggetti, ovvero il 75,8%, utilizza il proprio cellulare per navigare in rete, mentre sono 35,4 milioni (73,8%) coloro che affermano di utilizzare un computer fisso. L’accesso a internet per tramite di smartphone è in crescita dell’11,5% rispetto al 2015. La crescita maggiore (+15,7%) è registrata dai tablet, utilizzati da 14,9 milioni italiani, ovvero dal 31%. In aumento anche la percentuale di televisori connessi a internet, posseduti da 5 milioni di individui, il 10% della popolazione tra 11 e 74 anni, con un incremento del 10% in un anno.Il mercato e-commerce in Italia ha generato un fatturato di 31,7 miliardi di Euro nel 2016, crescendo complessivamente del 10% rispetto al 2015. Il fatturato e-commerce registra risultati positivi in tutti settori, a differenza di quanto rilevato nel 2015. La crescita complessiva, pur rimanendo a due


cifre, risulta tuttavia inferiore rispetto al 2015. Questo è dovuto principalmente alla carenza di offerta in alcuni settori, quali moda, alimentari, casa e arredamento, dove le vendite online sono ancora poco sviluppate, affiancata da una quasi saturazione dei settori più maturi come tempo libero, assicurazioni e turismo. Questi ultimi, infatti, registrano valori di crescita più contenuti rispetto ai settori meno maturi che crescono più velocemente. Nella distribuzione del fatturato e-commerce i settori del tempo libero e del turismo continuano a rappresentare la quota più consistente del mercato, arrivando congiuntamente a generare il 74% del fatturato e-commerce. In un contesto economico di generale stagnazione come quello degli ultimi anni, si rilevano risultati positivi per il Made in Italy, soprattutto grazie alla crescita della domanda internazionale nei settori più caratteristici e identificativi del nostro Paese. Lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico ha definito il 2016 un “anno record” nell’affermare l’impegno del Governo a sostenere sempre più imprese italiane nell’esportazione e nell’innovazione. Il Piano Straordinario per il Made in Italy, lanciato tre anni fa e rafforzato ulteriormente con l'ultima legge di bilancio, e il Piano Industria 4.0, sono alcuni esempi di misure prese in tale direzione. L’e-commerce, in ragione dei dati e delle previsioni di crescita di molti mercati esteri, rappresenta quindi una leva strategica fondamentale per tutte le imprese del Made in Italy. L’altro verso della medaglia . Si fa sempre più intensa la competizione tra i big player dell’e-commerce e il retail tradizionale. Negli Stati Uniti, dove l’area media di spazio retail a disposizione per individuo è oltre 6 volte maggiore rispetto all’Europa o al Giappone, 2.880 negozi fisici – non parliamo di attività simili al nostro negozietto sottocasa, ma di punti vendita di grandi catene commerciali - hanno chiuso da inizio 2017, molti di più dei 1.153 registrati nello stesso periodo del 2016. Proiettando tale dato sull’intero anno 2017, sono 8.640 i negozi fisici che potrebbero chiudere entro la fine dell’anno. Un trend che colpisce anche l’Italia dove i centri commerciali denunciano i primi segnali di crisi.

 

IEA informa


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