SOS Sangue a Niguarda

Il sangue per le trasfusioni scarseggia. Ne parliamo con Giovanni Poletti, incaricato di collaborare ad una campagna di donazioni da parte dell’Avis Milanese, l’Associazione dei Volontari italiani donatori di sangue.

D - Innanzitutto perché lei e quale è l’obiettivo di questa campagna di raccolta del sangue a Milano?
R - Nel 1993 ebbi l’incarico dall’Amministrazione dell’Ospedale di Niguarda di curare il trasferimento  del Centro Trasfusionale dell’Avis Milano da Largo Volontari del Sangue all’Ospedale di Niguarda, in base alle legge 107/90 che prevedeva per l’appunto, che gli Ospedali fossero dotati di un proprio Centro Trasfusionale. In realtà al Niguarda un “vero” Centro Trasfusionale è sempre mancato. 
D – Come andarono le cose?
R - L’ Avis Milano collaborò con grande senso di responsabilità, unitamente ai Sindacati ed ai Lavoratori e l’operazione non semplice si realizzò in tempi ragionevoli. Va detto che l’Avis aveva e ancora conserva una struttura organizzativa efficiente,  frutto di quella radicata motivazione ideale che le ha consentito di reagire a quella prova non facile ed importante e di  mantenere tutt’ora funzionante il proprio Centro Trasfusionale di Milano in Largo Volontari del sangue 1 (Zona 4). All’Avis trovai persone estremamente motivate, che operavano con una passione straordinaria consapevoli che il risultato del loro lavoro era la salvezza di molte vite.
D - Donare sangue è un’azione di alto valore morale, che nel nostro Paese ha la caratteristica dell’anonimato e della gratuità. Come viene mantenuta l’attenzione?
R – E’ necessaria  un’opera costante di sensibilizzazione della  popolazione. Non sono tutte rose e fiori. Ancora troppe persone pensano che “ tanto c’è qualcuno che il sangue lo dà“ . Invece, dovremmo pensare che un giorno qualcuno di noi o un nostro parente o conoscente avrà bisogno di sangue e se non sarà disponibile, perché le donazioni sono state insufficienti, salvargli la vita sarà difficile.
D – Allora …
R - Allora, non potevo tirami indietro di fronte alla richiesta dell’Avis di collaborare a una iniziativa di sensibilizzazione,  per alimentare il numero delle donazioni, particolarmente centrata sul  territorio, soprattutto della Zona Nove dove risiedo. L’operazione è partita in questi giorni e durerà sino alla fine del 2017 con l’obiettivo di ottenere 5.000 unità di sangue in più rispetto alle attuali, da destinare all’Ospedale di Niguarda in modo da renderlo autosufficiente per le cure. 
D – Come si svolgerà l’iniziativa?
R - Il Consiglio di Zona ha dato il suo patrocinio e numerose Associazione si sono dette disponibili; inoltre, saranno coinvolte anche le scuole e le Università, mentre le Parrocchie saranno come sempre punto di riferimento, unitamente ad altri luoghi che l’Avis indicherà, per le raccolte utilizzando unità mobili  appositamente attrezzate.
D – Tutto sulle sue spalle?
R – Eh, non ho più l’età. La regia ed il materiale divulgativo è dell’Avis, mentre il mio compito è quello organizzarne la distribuzione.
D – la raccolta è solo in Zona 9?
R - Chi vuole donare sangue può rivolgersi anche alla sede AVIS di via Bassini 26 (Zona 3) le cui unità di sangue vengono inviate comunque all’ospedale di Niguarda. L’importante è donare, donare, donare:
ricordo che il donatore è monitorato costantemente per la propria salute e quindi tendenzialmente è aiutato, grazie alla donazione periodica, a verificare il proprio stato di salute. 
D – Allora, possiamo affermare che la donazione fa bene anche a chi la fa?
R – Certamente e per questo dobbiamo anche ringraziare coloro che dirigono l’Avis ed i numerosi volontari che vi operano offrendo un esempio di alto valore morale.

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