IL DIALETTO NON È UNO SLANG, NOI VIVIAMO IN QUELLA LINGUA

L’apertura della quarta edizione della rassegna “Manzoni Cultura” ha visto protagonista sul palcoscenico del Teatro Manzoni il cantautore comasco Van De Sfroos che si è raccontato, rivelando il suo lato più umano, nell’intervista con Sylos Labini, ideatore della rassegna.

Le storie che racconta Van De Sfroos non sono fatte solo di musica ma di un insieme vorticoso di elementi: la passione per la scrittura, l’attaccamento alle origini laghèe, l’amore per il dialetto. Grazie alle domande incalzanti dell’attore e regista Edoardo Sylos Labini, il pubblico del Teatro Manzoni ha scoperto, ieri sera, gli aneddoti di una delle voci più originali della scena musical-letteraria italiana. Dopo il successo del concerto-evento a San Siro dello scorso giugno, il cantastorie vincitore di due Premi Tenco, celebre per i testi in dialetto comasco, ha rivelato il suo lato più umano, più oscuro e sconosciuto al grande pubblico.

Il dialetto non è uno slang, tantomeno uno slang di “minore” importanza. Il dialetto è di fondamentale importanza, perché noi viviamo in quella lingua. È un “esserci” d’ordine antropologico, non si elimina un’identità: cancellare i dialetti sarebbe come voler piallare gli Appennini o raddrizzare la Torre di Pisa”, afferma Davide Van De Sfroos, come riportato da ilgiornaleOFF.it. Parlando di musica, aggiunge: “Le canzoni ti possiedono, sono una luce che va accontentata: la devi portare su carta, prima, e al pubblico, poi. Questa luce, La canzone, è un fantasma, ma anche un amico, sei tu. È il fondo dell’inconscio: un linguaggio da decodificare”.

Cantautore, chitarrista, scrittore comasco, sono molti i termini per descrivere l’artista e Edoardo Sylos Labini, nei panni di intervistatore, ha saputo oltrepassare le barriere più intimi dell’ospite e tenere il pubblico appeso alle dichiarazioni rivelate spontaneamente nel corso dell’intervista. “Gli spettatori del Teatro Manzoni hanno partecipato calorosamente alla serata, tenendo gli occhi fissi sull’ospite che ha catalizzato l’attenzione del pubblico meneghino, e non solo – afferma Edoardo Sylos Labini, attore, regista e curatore del Manzoni Cultura – L’emozione che si percepiva in sala era qualcosa di speciale che spero potrà ripetersi negli incontri successivi della rassegna”.

Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 22 novembre con Ambra Angiolini e Matteo Cremon al Mondadori Megastore di piazza Duomo, grazie alla partnership con Mondadori Store; mentre l’ultimo incontro dell’anno sarà il 18 dicembre con il regista napoletano Vincenzo Salemme, presso il Teatro Manzoni di Milano.

Oltre a Mondadori Store, main sponsor, si rinnova per il quarto anno consecutivo la collaborazione con Elior e, da quest’anno, anche con Unibell, partner ufficiali della rassegna.

 

 

 

 

 


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