RICORDI - Ritorno nell’Orto Comune Niguarda (1)

Milano 16 ottobre 2017

Lasciato l’asfalto di via Tremiti, sono accolto da un’immensa macchia verde che dilata i suoi confini verso i piccoli orti del Parco Nord Milano. La segnaletica non può indurre in errore: sono arrivato al grande Orto Comune Niguarda. Dopo un mese trascorso nel Parco dei Patriarchi di Venafro, (IS), alberi di ulivi ultracentenari alle pendici del Monte Corno e Santa Croce, mi ritrovo spaesato, disorientato; devo adeguare lo sguardo, per un mese sempre rivolto al cielo e al maestoso, alle minute piante erbacee e sempreverdi dell’OCN.

Angelo e Luciano, sempre presenti nell’Orto, sono i primi a salutarmi. Avanzo per la stradicciola bianca e Luciano, dall’interno, è già sul cancello e mi invita a osservare i rampicanti che si avviluppano per le inferriate, con i meravigliosi fiori. Il rampicante appartiene alla Passiflora coerulea, pianta della famiglia delle Passifloracee, con ramificazioni provviste di viticci per mezzo dei quali aderisce facilmente a qualsiasi sostegno, con foglie composte, verdi e lucenti. Più precise notizie si possono trovare sul bellissimo libro Fiori e Piante, a cura di Luciano Cretti. “Solo avvicinandoti con la virtù della lentezza - sussurra Luciano - puoi scoprire la bellezza del fiore Passiflora.

Che spettacolo! Sul calice domina il colore bianco-verdognolo, ingentilito dai filamenti azzurri-bluastri, con i tre stili che somigliano a chiodi, mentre gli stami lasciano immaginare i martelletti. Per associazioni di immagini si pensa subito alla corona di spine con chiodi e al martello che procurarono tanto dolore a Cristo in croce. Il fiore si chiama proprio per questi motivi ‘Fiore della passione’, e penso anche alla passione terrena dei poveri cristi.

Come ogni mattina, prima di iniziare i lavori, sono con Luciano lungo il viottolo principale per cogliere le novità del mese: risaltano le polche di finocchio e frutti che ancora godono del prolungato caldo di questa stagione: pomodorini, zucchine, cetrioli, melanzane e la nuova insalata trentina, mentre già si avvicinano a maturazione i cavoli cappuccio. Il pensiero corre alle prossime e non lontane gelate e Luciano ha già sistemato telai in legno per gli ultimi e teneri trapianti dell’insalata trentina. Con l’orecchio sempre teso verso gli ortaggi, Luciano ha avvertito il lamento che proveniva dalle piantine di insalata per la persistente nebbiolina pungente dal 18 al 20 ottobre ed è arrivato con alcune protezioni di velo (1,6x5) che protegge dal gelo notturno, creando un microclima di 17g/mq, che favorisce la crescita, protegge dai parassiti oltre a essere permeabile all’aria e all’acqua.

Quanto amore per l’Orto! Sta diventando una favola di quelle che iniziavano con ‘C’era una volta e… da qualche parte c’è ancora…

E c’era una volta Potnia, la gran madre simbolo della fecondità, che generò l’Universo e con l’Universo arrivò anche l’Orto Comune Niguarda. Con Luciano continuano a vivere l’orto come luogo della fecondità, in tutte le stagioni, le novelle Potnie che si chiamano Ornella, Maura, Marzia, Bruna, Clelia, Rosanna, Giusi che si aggirano nella stanza delle aromatiche. È ora di risistemare e concimare le piante di artemisia, della salvia, del timo, delle numerose specie di menta, del rosmarino e del rabarbaro oltre che della santoreggia. Intanto si risistemano le intelaiature in virgulti che trattengono la terra nel labirinto odoroso: meraviglia, in questa stanza, l’ordine e l’armonia pur in presenza di una così vasta varietà di piantine aromatiche. Antonio e Luciano si inebriano agli odori paradisiaci, pensando al sontuoso parco reale del paradiso celeste dimora dei santi che si confondono con i profumi del nostro Orto, paradiso terrestre perché creazione umana.

(continuiamo domani - sempre alle 14,00)

Antonio Masi

 

 


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