HOUSING SOCIALE AL GIAMBELLINO, CONSEGNATE LE CHIAVI AI NUOVI INQUILINI

Alloggi messi a bando dal Comune e aggiudicati alla cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi che, insieme alla Fondazione Pellegrini, li ha ristrutturati.

Ripartire dal lavoro e dalla casa per tornare a vivere il presente e riuscire a costruire il futuro. Questo l’obiettivo del progetto “Giambellino 143”, ideato dalla Fondazione Pellegrini in collaborazione con la cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi e la cooperativa Cascina Biblioteca, grazie a uno dei bandi lanciati dal Comune per la gestione degli alloggi sfitti esclusi dalla disciplina Erp nei condomini misti (stabili dove coesistono case private e popolari). 
Consegnate sabato alle 15:30, nel corso di una breve cerimonia d’inaugurazione nello spazio antistante lo stabile di via Giambellino 143, le chiavi dei cinque appartamenti ormai pronti per essere abitati da famiglie con bambini in grave difficoltà economica, selezionate da Spazio Aperto Servizi tra le molte domande arrivate tramite avviso pubblico. 
In particolare, due appartamenti saranno destinati a nuclei familiari per un periodo di 12/18 mesi, il tempo che consenta loro di porre le basi per riacquisire una sufficiente autonomia abitativa. Altri due appartamenti, definiti “Albergo sociale”, saranno riservati alle emergenze e caratterizzati da un elevato turn-over, costituendo quindi una soluzione cuscinetto di breve durata, e l’ultimo alloggio andrà invece a una famiglia individuata dall’Amministrazione. Per tutti gli alloggi il canone di locazione sarà inferiore alla media degli analoghi progetti di housing sociale, attestandosi sui 64 euro/mq annui.  
“L’intervento è piccolo dal punto di vista delle quantità, ma gigantesco se guardiamo a che cosa ha messo in gioco già in fase di preparazione - ha spiegato Gabriele Rabaiotti, assessore alla Casa e ai Lavori pubblici - Una rete di partner qualificati mossi da un intento nobile e comune, la possibilità di lavoro per persone non occupate, la preparazione di una casa per famiglie fragili. Sono meravigliato dalla ricchezza del processo, oltre che dalla utilità del prodotto. Milano è una città che sa inventare forme nuove di risposta ai bisogni, e a questa capacità di innovazione dobbiamo riuscire a dare spazio e possibilità di azione. Il fatto che si tratti di un micro-intervento ci dice che la prossima sfida deve diventare il suo ampliamento e la sua replicazione”.
“Fin dalla sua costituzione il progetto Ruben prevedeva di andare oltre il cibo - a spiegato Giuseppe Orsi, amministratore delegato della Fondazione Pellegrini - per consentire ai propri commensali di reinserirsi nel tessuto sociale da cui la crisi li ha temporaneamente allontanati. Lavoro e casa sono gli altri due costituenti indispensabili per la dignità della persona e con questo progetto siamo riusciti a rendere disponibili entrambi ad alcuni nostri commensali. E senza onere per la collettività provenendo tutti i fondi del progetto da privati a dimostrazione che quando il mecenatismo dell’imprenditore genera una collaborazione virtuosa con il sistema pubblico, la rete del no profit e società private ne beneficia tutta la cittadinanza.”
“Pensiamo sia necessario investire su esperienze che alimentino forme di welfare partecipato e comunitario, sperimentando forme inedite di collaborazione tra pubblico e privato, nuovi ruoli per il terzo settore e i cittadini, in una progressiva convergenza di obiettivi di valore anche con il mondo imprenditoriale - ha dichiarato Maria Grazia Campese, presidente di Spazio Aperto Servizi. - Questo progetto ci ha dato proprio l’occasione di attivare tutti questi elementi intorno a due temi che sono cruciali per il benessere della comunità, e che sono il lavoro come elemento di sostegno dei singoli e delle famiglie e come aspetto costitutivo dell’identità di ciascuno e la risposta all’emergenza abitativa che spesso le situazioni di povertà generano. Abbiamo sperimentato nuove metodologie di intervento che hanno creato concrete occasioni di riscatto per diverse persone che incontriamo nella nostra presenza quotidiana sui territori. Speriamo davvero di poter replicare questo modello su una scala più ampia per offrire a molte più persone la possibilità di superare situazioni di temporanea difficoltà economica e sociale che, molto spesso, rischiano di degenerare e per le quali poi diventa sempre più complesso invertire la tendenza”.
L’iniziativa “Oltre il Cibo” è una delle prime azioni sostenute da QuBì, la ricetta contro la povertà infantile, programma realizzato da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo e Fondazione Fiera Milano. “Per combattere la povertà dei bambini e delle loro famiglie sulla città di Milano c’è bisogno dell’impegno di tutti - ha ricordato Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo - ed è necessario avere alleati pronti a mettersi in gioco per debellare le varie forme in cui la povertà si esprime: 1 bambino su 10 nella nostra città vive in una situazione di severa povertà e, grazie a Oltre il Cibo, oggi possiamo dire di aver fatto un passo in più nella direzione nella lotta alla povertà”.
Tutto ha origine un anno fa, quando l’Amministrazione mette a bando 38 alloggi sfitti di proprietà comunale in zona Giambellino, divisi in due lotti rispettivamente di cinque e 33 alloggi, tutti bi e trilocali. I vincitori dell’avviso pubblico potranno avere gli appartamenti in concessione d’uso per un massimo di venti anni, dovranno ristrutturarli ed arredarli, per poi destinarli a nuclei familiari in situazione di disagio abitativo, in via prioritaria se gravata da procedure di sfratto esecutivo in corso o appena effettuato. 
La coop sociale Spazio Aperto Servizi insieme a Fondazione Pellegrini si aggiudica il lotto da cinque alloggi (l’altro lotto andrà invece all’impresa sociale Abitare sociale metropolitano), e da lì prende le mosse un progetto articolato, che prevede di rispondere, oltre al bisogno abitativo, anche a quello occupazionale, avvalendosi dell’apporto e del sostegno di una significativa rete di partner (Fondazione Cariplo, MM, P.W.C., Rescogita, Kelly services, Tabita group, Sia spa). Per i necessari lavori di ristrutturazione, messa a norma e arredamento vengono infatti assunti otto commensali del Ristorante solidale Ruben, aperto dalla Fondazione Pellegrini in via Gonin, che dal 2014 ad oggi ha servito più di 120mila pasti, 30mila dei quali a bambini, al prezzo simbolico di 1 euro a persona. Un progetto di reinserimento lavorativo, dunque, che si innesta su quello abitativo, approdo finale di “Giambellino 143”.
Quello che ha riguardato la zona Giambellino è stato il secondo dei sei bandi per alloggi sfitti in condomini misti lanciati fino a questo momento dalla Direzione Casa, e che con gli stessi criteri e finalità ha rimesso in gioco quasi 200 appartamenti distribuiti nelle zone Barona-Famagosta, Niguarda, Turro, Mecenate, Vigentino.

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