Golden Glenn Premio alla carriera a Domenico Cara

Domenico Cara, è stato il vincitore del Premio letterario alla carriera “Golden Glenn” 2013/2014. Nato a Grotterìa (Reggio Calabria) nel 1927 e residente nella nostra zona dal 1952, è autore dotato di prodigiosa creatività e di straordinarie capacità riflessive.

Egli rappresenta un patrimonio inestimabile della nostra cultura e le sue opere offrono impegnative occasioni di studio. Fondatore, a Venezia, nel 1965 del gruppo di giovani artisti d’avanguardia “Dialettica delle Tendenze”, poeta, saggista, narratore, eccellente aforista, studioso d’arte e di letteratura, direttore di periodici, collabora tuttora a numerose riviste.
Voce originale e indipendente, impossibile da imitarsi, Domenico Cara ha creato mondi autonomi, mai pago dei risultati raggiunti e sempre alla ricerca di nuove frontiere del linguaggio da valicare. Leggendo l’opera cariana risulta possibile inabissarsi nei labirinti della mente, tra Le diagonali della psiche, aprendosi a esperienze ludiche inattese seppur mai disimpegnate.
Da decenni l’unicità del suo percorso lo contraddistingue, e forse non soltanto nel contesto del panorama letterario italiano.
La sua è una vena inesauribile di idee e di ulteriori possibilità espressive, in una varietà e molteplicità di significati che testimoniano la vastità e, al tempo stesso, la profondità della sua cultura.
Di Domenico Cara uscirà a settembre il volume di poesie “L’impertinenza del presente“ pubblicato dalla nostra casa editrice.


L’istanza non è interiore, ma addensa / quel tanto che intende farsi vita... / Per una muta felicità... non ha per niente / interlocutori: è un poema disperato e appassionato il centro di questo libro di Domenico Cara, anche se tutto incomincia dalla descrizione di una natura partecipata (“fulmine nervoso”) tra “illusioni”, scoppi d’ira e tensioni filosofiche: Il veggente ha viso e spalle curve, / e ginocchi trafitti da artrosi: / dice di sé parole incomplete, / esprime con aspra saliva filosofiche / occulte proteste, resta immobile / in ogni ampia paura per darsi / forza e fucile di esausta rabbia, / gesto di addio, passato abuso / di mancate crudeltà, incapacità / demoniaca, inferma leggerezza...

La poesia esce dai “sensi della ripetizione” come un enigma, ma non senza umorismo. Non dimentichiamo il titolo, subito ironico nei confronti del tempo. L’ambientazione è decisamente lombardo-veneta e collinare. Qui una “segreta morte” stende i suoi “occhi distratti” sulle “rughe” e sui progetti “senza bocca” della gente. Il dettato si fa a tratti invettivo, per poi però placarsi nei “riassuntivi fiori”, al momento dell’ “appuntamento notturno”. L’autore scandaglia le “abitudini umane” fino alle estreme conseguenze, fino alle “istanze non vitali”. Così riesce a sviscerare la solitudine, impegnandosi anche in cadenze più politiche, dove scrive di “valori inesistenti” e “disarmonie”. Un poeta colto e pensoso che, passando attraverso Faulkner, Confucio, Brodskij e Beckett, arriva alla “dissolvenza”.

Da notare il ritmo incalzante di distici e terzine del poemetto sulle “Essenze fittili”, o i bei tramonti “estremi” che descrive anche negli epigrammi. Così fa tremare anche “l’immobilità” delle statue.

Tra volpi, fanghi, “omissioni del sole” e viaggi si arriva all’ultima tappa, che esplode come una “vocazione all’inseguimento”, come “una stagione incompiuta”, fino al riposo finale: Dormono profondamente gli spasmi, / le varie articolazioni del corpo / nel tutto delle stanchezze, / e sacrifici imposti dal coraggio, / bruciati nell’avventura breve / di un’età di misteri e di esili. edb

L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni

L'Osteria degli Orchi

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni