Da indagini a intoppi verso “una storia di successo”

Dopo le dimissioni rassegnate lo scorso mese da Antonio Acerbo, responsabile unico delle opere per il Padiglione Italia, accusato di aver interferito nella gara d’appalto per il progetto delle “Vie d’acqua”, i suoi incarichi sono stati presi da una parte da Giuseppe Sala, Commissario generale dell’Expo, che si occuperà dell’esecuzione dei lavori edilizi, e dall’altra da Diana Bracco, a cui invece è affidata la parte dei contenuti del Padiglione.

La soluzione è stata ideata per non perdere ulteriore tempo nella costruzione dell’edificio che rappresenterà l’Italia a Expo, per il quale i lavori hanno un cronoprogramma strettissimo.
Per fare poi il punto su questo problema, e sugli altri che attanagliano l’Esposizione universale, il 31 ottobre si è tenuta nella sede di via Rovello un incontro tra tutti gli attori istituzionali coinvolti nel progetto Expo.
I principali temi sul tavolo erano di natura finanziaria, in particolare il mancato versamento a bilancio di 66 milioni di euro da parte della Provincia, già da tempo annunciato e per i quali si doveva trovare un altro finanziatore.

Altro tema economico all’ordine del giorno era il finanziamento straordinario di 120 milioni di euro chiesto dal Comune di Milano per i lavori necessari per sistemare la città in vista del 2015, con il Governo, pare, disposto a versarne solo 50.
Sotto la lente di ingrandimento anche il progetto dell’“Albero della Vita”, che doveva essere il simbolo dell’esposizione milanese e che invece si è impantanato a causa di una serie di ritardi burocratici e organizzativi.
Molte questioni da risolvere, quindi, per non farsi trovare impreparati all’appuntamento del prossimo anno e per non fare una brutta figura nei confronti dei Paesi partecipanti, che hanno un grandissimo interesse nei confronti dell’Expo milanese. Per fare un esempio concreto, a fronte dei circa sette milioni di biglietti venduti finora, poco meno di un milione sono stati acquistati da distributori cinesi, segno evidente della capacità di attrazione globale della tematica proposta, vale a dire quella del cibo e dell’agricoltura sostenibile.

Se dunque gli sforzi per completare i lavori sul sito espositivo troveranno concreta realizzazione, con questa mole di visitatori che ha già il biglietto, più gli altri 13-15 milioni previsti, nulla manca affinchè l’Expo del 2015 possa diventare una storia di successo, e non una triste sequenza di indagini e intoppi come è stato negli ultimi anni.  

Fabio Figiaconi