Turisti e discussioni animano il grande evento

Dal primo maggio, giorno della grande inaugurazione, fino al 31 dello stesso mese sono stati circa due milioni i turisti che hanno varcato i cancelli dell’Expo, con altre 300mila persone che hanno visitato il sito durante il ponte del 2 giugno.

Un notevole successo di presenze, in linea con le previsioni fatte dagli organizzatori negli scorsi mesi, il tutto in attesa del vero picco di presenze previsto per le vacanze estive.
Numeri notevoli, dunque, favoriti anche dall’introduzione del biglietto serale a cinque euro, che consente l’ingresso dalle 19 in poi, permettendo di mangiare nei ristoranti dei padiglioni e di esplorare il sito espositivo in notturna.
Queste grandi cifre però non sembrano colpire gli esercenti milanesi che, almeno in questo primo mese, non sembrano aver beneficiato dei vantaggi connessi a Expo, con incassi che sono pressoché uguali allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le cause principali, stando agli stessi commercianti, sembra essere lo “scollamento” tra sito espositivo, collocato in estrema periferia, e Milano, insieme con il profilo del visitatore medio, che si caratterizza per un tipo di turismo “mordi e fuggi”, che non apporta ricadute significative per gli esercizi in città.
Ad ogni modo, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala ha tranquillizzato tutti, affermando che da giugno si riverseranno in città gli oltre cinque milioni di stranieri che hanno già acquistato il biglietto, che si fermeranno a Milano per più giorni, portando i benefici economici attesi da tanti.
Un’altra notizia positiva riguarda poi gli anziani e i disabili che frequentano i centri di assistenza gestiti dal Comune di Milano.
Per loro, infatti, la società Expo ha messo a disposizione cinquemila tagliandi al prezzo speciale di 5 euro, per visite da svolgersi durante l’estate con l’accompagnamento dei volontari presenti sul sito.
Per concludere, infine, è giusto riassumere lo scontro dialettico che c’è stato tra Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Mc Donald’s, entrambi presenti a Rho con un proprio padiglione.
Petrini, nel corso della cerimonia di inaugurazione dello spazio “Slow Food”, aveva dichiarato che fino a quel momento l’Esposizione universale mancava di contenuti, e che non si capacitava di come potessero trovare spazio realtà come Mc Donald’s, a suo dire poco rispettosa della filiera produttiva e della qualità dei cibi serviti.
A tali affermazioni aveva replicato con una dura nota la multinazionale americana, rivendicando la qualità e il costo conveniente dei suoi prodotti, serviti quotidianamente a seimila persone all’interno di Expo, in opposizione al padiglione di Slow Food, definito “triste e poco frequentato”.
Per quanto paradossale possa sembrare, la polemica, che viene da molto lontano e contrappone due diverse “filosofie del cibo”, può essere, al di là dei toni usati, un’opportunità per Expo.
Nell’ambito di tutte le discussioni e dibattiti che si stanno tenendo sul futuro dell’alimentazione, non sarebbe affatto male se tutte le realtà contrapposte presenti all’evento si sedessero attorno a un tavolo e dessero luogo a degli approfondimentii, portando ognuno i propri punti di forza e tentando di amalgamarli in un unico documento condiviso sul futuro dell’alimentazione.
Ciò sarebbe, senza dubbio, una delle più belle eredità che l’Expo di Milano potrebbe lasciare.              
F.F.