BATTAGLIA PER DIFENDERE IL FUTURO DEL PAESE E LA DEMOCRAZIA

Proposte concrete per i cittadini

“Sono molto preoccupato dalla sottovalutazione che c’è di ciò che sta succedendo da parte di intellettuali e giornalisti. Salvini, in questi mesi di Governo, è riuscito a sdoganare cose che erano impensabili prima e ora sembrano diventate accettabili cose che non lo erano. Di questo ci dobbiamo preoccupare. E ci dobbiamo preoccupare del silenzio di tanti su queste cose”. Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del Gruppo PD al Senato, intervenendo alla Festa dell’Unità a Milano, in un dibattito sul tema “Un impegno concreto per l’Italia”.

“In questi giorni si è fatto un ulteriore salto - ha proseguito Mirabelli - Salvini, che in quanto ministro degli Interni è garante della legalità, di fronte alle inchieste che lo hanno coinvolto, ha detto che le denunce e le inchieste aperte sul suo conto per lui sono delle medaglie e che della richiesta dei 49 milioni di euro e dell’indagine relativa alla vicenda della nave Diciotti non gliene frega niente perché, in un conflitto tra i poteri dello Stato, lui è quello che ha preso i voti dai cittadini. A parte il fatto che ha ottenuto il 17% dei consensi e non corrisponde certo a 60 milioni di cittadini italiani, resta chiara, però, la gravità di tutta la faccenda”.

“È chiaro che non è normale che un Ministro metta in discussione l’equilibrio tra i poteri dello Stato - ha spiegato Mirabelli. - Non è neanche normale che un Ministro che lo scorso 4 dicembre si era proposto come difensore dei valori della Costituzione italiana, votando no al Referendum Costituzionale, oggi dica che i pesi e i contrappesi tra i poteri dello Stato non contano niente perché adesso, avendo preso i voti, comanda lui”.

“Tutto questo è molto diverso dalla democrazia che abbiamo conosciuto fino ad oggi - ha sottolineato il senatore PD. - Questo corrisponde al disegno politico della Lega ed è anche il punto di incontro con M5S. I loro modelli sono Putin, Orban e Erdogan. L’idea che hanno in mente è quella di costruire una democrazia in cui chi vince fa ciò che vuole, le minoranze devono stare ai margini e, soprattutto, gli organi terzi (il Presidente della Repubblica, i giornalisti, la Magistratura) vengono attaccati perché o non ci devono essere o non devono contare più niente. Chi prende i voti può fare ciò che vuole e i fondamenti della nostra democrazia e della nostra Costituzione (che si basano su un equilibrio tra poteri fatto di pesi e contrappesi) devono diventare carta straccia in nome di una presunta volontà del popolo che qualcuno si arroga il compito di rappresentare. Questo è ciò che succede già oggi in Russia, Ungheria, Turchia e Polonia e vogliono che succeda anche in Italia. Noi dobbiamo denunciare ciò che accade e fare una battaglia senza nessuna remora perché dobbiamo difendere il futuro del nostro Paese”.

Diana Comari

Collaboratrice Sen. Franco Mirabelli

 

 

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