‘SA PARADURA, SOLIDARIETA’ CON LA ESSE MAIUSCOLA’

Seicento pastori sardi hanno donato mille pecore ai colleghi umbri che, a causa del terremoto di alcuni mesi fa, hanno perso le loro greggi. L’idea l’ha avuta Gigi Sanna, pastore e leader del gruppo musicale Istentales. Per realizzarla si sono mobilitati moltissimi enti e associazioni.

I camion della Coldiretti, appoggiati dalla Fondazione Sardegna, dal Club Camperisti Sardi e  dal Comune di Ollolai, hanno trasportato le pecore a Bonassai presso l’Agenzia Acris. Una volta terminato il raggruppamento le pecore sono state trasportate ad Olbia. Quella che ha approdato a Cascia, in Umbria, è stata una vera e propria carovana di persone, alimenti sardi e quintali, quasi cinquecento, di foraggio necessari per allevare le pecore e offerti gratuitamente.
Questo grande gesto di solidarietà ha un nome e cognome, si chiama “Sa paradura”. Il “Sa paratura” è un gesto di mutuo soccorso che si perde nella notte dei tempi. Ogni volta che un pastore, a seguito di calamità naturali o per altri motivi, perdeva il proprio gregge gli altri pastori gli donavano una pecora a testa. Questa nobile donazione permetteva allo sfortunato pastore di riprendere il proprio lavoro. E in quei periodi storici, dove a farla da padrona non era certo la ricchezza, si può immaginare cosa potesse significare per un pastore riavere il proprio gregge.
Le pecore sono state assegnate a 40 pastori dopo essere state benedette durante la messa  tenuta nella cattedrale. Nella piazza Leone XIII è stato organizzato un maxi pranzo sociale per 1500 commensali con prodotti tipici sardi tutti offerti da vari produttori. 
Per concludere la straordinaria giornata, in serata hanno cantato gli Istentales e altri gruppi  musicali sardi.Tirando le somme si può constatare come a partire dai pastori si sia creata una folta rete di solidarietà sociale in cui tutti hanno dato il proprio contributo.
Quello dei pastori è stato un gesto concreto che ha superato le promesse delle istituzioni. Ormai lo sappiamo tutti che in prima battuta vengono promessi mari e monti per poi nel tempo fare poco o quasi nulla. “Sa Paradura” è una lezione di vita per ognuno di noi. I pastori sardi hanno dimostrato di saperla lunga, quatti, quatti quasi in silenzio sono  stati capaci di donare qualcosa di proprio solo per aiutare chi si è trovato in difficoltà. Il loro è un gesto simbolico che sarebbe bello se si riproducesse in altri luoghi, magari anche nella nostra Milano. Sarebbe bello saper di poter contare su un gruppo di amici, per lo più sconosciuti, pronti a dare una mano. È vero che l’Italia, con le migliaia di associazioni presenti in ogni angolo del nostro paese è, nel mondo, la capitale del volontariato. Ma soprattutto predomina la diffidenza e l’indifferenza.
Evviva, quindi, “Sa Paradura”, una forma   di solidarietà con la esse maiuscola.
Flavio Fera

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