AL VIA IL PORTA A PORTA DEL SOCIALE NELLE PERIFERIE

Oltre 4.000 tutor per anziani nei quartieri della città e patto contro la povertà con il Terzo settore

Irrobustire i servizi sociali sul territorio, coordinare le azioni di pubblico e privato, rafforzare la presenza nei condomini con i servizi domiciliari, creare insomma ‘un porta a porta del sociale’. È l’obiettivo che il Comune di Milano si pone per i prossimi anni. Lo ha spiegato l’assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti Pierfrancesco Majorino inaugurando la settima edizione del Forum delle Politiche Sociali, un’importante occasione di confronto tra istituzioni, Terzo settore, operatori e cittadini sui principali temi del sociale che animerà la città con dibattiti, incontri e tavoli tematici fino al 27 marzo.

Partendo dal presupposto secondo cui “la fragilità e la disabilità non vanno recluse”, ha spiegato Majorino, l’Amministrazione punterà a rafforzare il presidio sociale nei quartieri cercando sempre di più di far sì che le circa 4.000 persone, fra assistenti sociali, custodi sociali, badanti di condominio e volontari che ogni giorno lavorano nei quartieri cittadini compongano una squadra unica di sentinelle che lavorano sinergicamente per combattere la fragilità, materiale e non, nelle periferie. Dovranno rappresentare dei tutor per le persone in difficoltà, a partire dagli anziani. Questa intenzione verrà tradotta in realtà attraverso il nuovo Piano di sviluppo del Welfare, il documento programmatico che racconterà in quale direzione andranno le politiche sociali milanesi nei prossimi anni e che verrà costruito proprio all’interno del Forum, grazie al contributo di diversi tavoli tematici.

“Dobbiamo tenere fede - ha spiegato l’assessore Majorino - a una scelta compiuta in questi anni sulla centralità della questione sociale. Dobbiamo correggere gli errori nel processo riorganizzativo e sforzarci di essere più efficaci sul piano della capacità di cercare la domanda inespressa, la fragilità che non sempre si manifesta e che cresce sotto la pelle del tessuto sociale, spesso coltivando una rabbia che se non incontra la cultura dell’ascolto diventa tutto fuorché speranza”.

Proprio al fine di combattere rabbia e intolleranza, l’Amministrazione metterà a disposizione 1,5 milioni di euro per promuovere iniziative contro il bullismo e l’omofobia, l’intolleranza e la violenza di genere attraverso interventi a sostegno della socialità.

“Sta prendendo corpo - ha ricordato l’assessore Majorino - la casa rifugio per ragazzi e ragazze omosessuali non accettati dalla famiglia di origine a causa del loro orientamento sessuale che sorgerà in uno stabile confiscato alla mafia”. La struttura, assegnata lo scorso febbraio alla cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” e all’associazione “Cig Arcigay Milano”, potrà ospitare fino a cinque persone.

Nel mese di maggio, inoltre, verrà inaugurata, all’interno di un altro bene confiscato alla criminalità organizzata, Casa Chiaravalle, un condominio sociale rivolto alle donne che hanno alle spalle storie di violenza, abuso, tratta o sfruttamento.

“Abbiamo bisogno - ha concluso l’assessore Majorino - di un patto milanese contro la povertà ancora più forte. Costituito anche dal Rei, strumento che andrebbe potenziato - ci sono state 9mila domande presentate solo nei Caf milanesi - e reso più veloce. Di questo patto fanno parte anche gli sforzi della società milanese e del terzo settore che da sempre collaborano per fare di Milano la città generosa e inclusiva che ha dimostrato di essere”.

Il patto contro la povertà prende corpo attraverso l’alleanza tra il Comune di Milano e il terzo settore. Ne è un esempio il bando da 20,3 milioni di euro che i soggetti promotori del programma QuBì, tra cui Fondazione Cariplo, vorrebbero lanciare entro aprile per il contrasto alla povertà infantile. Oltre ai fondi messi a disposizione, il Comune lavorerà su una grande campagna di comunicazione popolare che, attraverso un numero verde e un infopoint, funga da punto informativo e orientamento ai servizi per i più deboli.

“Sulle politiche sociali dobbiamo fare meglio e di più, ma guardiamo anche indietro e ripartiamo dal tanto che abbiamo già fatto. Credo che nessuna città italiana abbia fatto altrettanto, ma i bisogni crescono e quindi siamo chiamati tutti a rilanciare con rinnovato entusiasmo - ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala. - Milano è la città in cui ogni cittadino si alza e pensa a quanto può fare per colmare la distanza che c’è tra sé e chi sta più indietro. E c’è sempre qualcuno che sta più indietro”.

 


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