SETTE PASSI PER RAGGIUNGERE IL FORUM NAZIONALE DI ETICA CIVILE

Il Centro San Fedele in Via Hoepli 3/b ospita l’1 e il 2 aprile la seconda edizione del Forum di Etica Civile, un percorso partecipato con realtà diverse per ritrovare le ragioni del vivere bene insieme

Aggiornamenti Sociali, Associazione Cercasi un fine, Associazione Incontri, Centro Studi Bruno Longo, FOCSIV, Fondazione Lanza, Il Regno, Istituto Pedro Arrupe, network di diverse realtà che hanno preparato il Forum con un percorso partecipato, che ha coinvolto 500 persone ed ha raccolto 120 contributi.
 Il tema scelto : “ Etica civile: cittadinanza… e oltre?” con il placet del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel discorso di fine 2016 a porte chiuse ne ha ricevuto i rappresentanti ed ha sottolineato l’importanza di ritrovare le ragioni etiche dello stare insieme, la necessità di far incontrare segmenti di società che di solito sono portati ad agire in modo separato e lo sforzo di andare oltre i comportamenti stagnanti per vivere quella circolarità senza la quale non si crea comunità. Circolarità che viene rappresentata con lo spettacolo conclusivo del Forum Blue revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta di Pop Economix che racconta come il mondo sia vicino al collasso e ci sia bisogno di una nuova alleanza tra l’uomo e l’ambiente per salvarlo, ripartendo dagli scarti per creare nuove opportunità.
Sette sono i passi che i soggetti promotori hanno percorso per ridare alla parola “etica” un sapore non astratto ma concreto. I passaggi chiave vanno dalla politica con la necessità di educare alla vita, di rispondere alle domande fondamentali su ciò che è bene, giusto, bello, utile, vero, solidale per la comunità, alla cittadinanza vista come concetto innovativo che non sia solo nazionalità (ius sanguinis o ius soli) ma valorizzazione di cittadinanze plurime fondate sulle tradizioni culturali di origine e sulla dimensione transnazionale dell’esistenza, sul percorso di formazione seguito, sulle aspirazioni per il futuro (Ius culturae), per promuovere “la libera facoltà di ciascuno di esercitare i diritti e i doveri fondamentali della persona in qualunque luogo (Ius dignitatis humanae)”. Dalle religioni  la loro dimensione plurale, il bisogno di trovare  orizzonti condivisi tra “parole e simboli così differenti” ed “ evitare che la componente di assolutezza di ogni religione divenga contrapposizione e violenza”. La città va vista come “luogo d'incontro tra diversità” tra tante esperienze religiose alla luce della reciprocità e dell’ascolto, dell’accoglienza dell’altro nella pace e nell’attenzione ai sofferenti” all’educazione che è interrogarsi criticamente sulle questioni poste da contesti e persone, è la responsabilità della scelta per il bene comune; è formare alla “cura delle relazioni umane entro una narrazione collettiva policentrica e multipla”. Occorre una comunità educante fatta di “legami di reciprocità consolidati da patti generazionali”: “educare i giovani ad una democrazia partecipata, etica e responsabile è affezionarli alla polis”, all’ambiente con le emergenze del nostro tempo, la necessità di una convivenza civile con aria e acqua pulite e migliori condizioni di vita riducendo il consumo di risorse e l’inquinamento  all’economia ognuno di noi  in veste di consumatore, investitore, lavoratore, datore di lavoro è chiamato ad essere responsabile per le proprie azioni, per “contrastare il crescente deficit di giustizia distributiva, di povertà diffusa e di concentrazione del potere economico”, alla comunicazione  che  è  centrale “per la formazione di un ethos civile”: “è condizione per un dibattito pubblico libero, informato e plurale”; è “strumento di formazione della coscienza civica dei singoli”.
Giusi De Roma

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