UNO TSUNAMI PER LA SANITÀ: L'IDEA DELL'INFETTIVOLOGO
- 02 marzo 2020 Cronaca
Massimo Galli, primario infettivologo del Sacco di Milano, ha descritto l'epidemia che sta tenendo l'Italia col fiato sospeso
Non c’è sosta all’ospedale Sacco di Milano, struttura di riferimento della Regione Lombardia per l’epidemia da coronavirus.
I dati, resi noti dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli,
sono impietosi per la Lombardia che ad una settimana dai primi casi di
virus in Italia, è la regione col più alto tasso di contagiati del
paese. Lavoro e ore piccole per i sanitari dell’ospedale che ogni giorno
vedono arrivare nuovi pazienti con altrettante diagnosi da emettere.
Intervistato
dal Corriere della Sera Massimo Galli, primario infettivologo del
Sacco, si è detto preoccupato per quanto sta avvenendo in Italia:
“Siamo in piena emergenza. Sì, sono preoccupato. È accaduto quello che
molti di noi temevano e speravano non accadesse. Il virus ha dimostrato
di aver eluso i criteri di sorveglianza. L’epidemia ha a tutti gli
effetti conquistato una parte d’Italia”.
“Ci troviamo a dover gestire
una grande quantità di malati con quadri clinici importanti. Sta
succedendo qualcosa di grave, non soltanto da noi ma anche in Germania e
Francia, che potrebbero ritrovarsi presto nelle nostre stesse
condizioni e non glielo auguro. Stiamo trattando una marea montante di
pazienti impegnativi” - ha sottolineato Galli.
Secondo l’infettivologo dell’ospedale Sacco, che negli scorsi giorni ha isolato il ceppo italiano del virus,
“i quadri clinici gravi non fanno pensare che l’infezione sia recente, è
verosimile che i ricoverati abbiamo alle spalle dalle due alle quattro
settimane di tempo intercorso dal momento in cui hanno preso il virus
allo sviluppo di sintomi molto seri, dalla semplice necessità di
aiutarli con l’ossigeno fino a doverli assistere completamente nella
respirazione”.
A chi ha paragonato il virus all’influenza stagionale Galli risponde seccamente: “Chi
ha cercato di infondere tranquillità, e li capisco, non ha considerato
le potenzialità di questo virus. In quarantadue anni di professione non
ho mai visto un’influenza capace di stravolgere l’attività dei reparti
di malattie infettive”.
“La situazione è francamente emergenziale dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria. È l’equivalente dello tsunami per numero di pazienti con patologie importanti ricoverati tutti insieme” - ha sentenziato.