IL SANTO DEL GIORNO 18 giugno
- 18 giugno 2018 Cultura
San Gregorio Giovanni Barbarigo Vescovo
ALTRI SANTI di oggi: Sant' Amando di Bordeaux, San Calogero, Santi Ciriaco e Paola, Santa Elisabetta di Schonau, San Leonzio di Tripoli, Santi Marco e Marcelliano, Santa Marina
I milanesi erano soliti ripetere ai bergamaschi, complimentandosi per il
loro vescovo: «Noi abbiamo un santo cardinale morto, san Carlo Borromeo, voi
avete un vescovo vivo». Vescovo vivo era Gregorio Barbarigo, il quale, tra
l'altro, aveva una stima sconfinata di san Carlo. Lo aveva scelto come modello
di vita spirituale e come esempio di impegno pastorale quando tentò di
realizzare nella propria diocesi le riforme volute dal concilio di
Trento.
Gregorio Barbarigo era nato a Venezia nel 1625 da un'antica e nobile famiglia istriana. In Germania, dove rimase cinque anni, il Barbarigo strinse amicizia con il nunzio papale Fabio Chigi che lo introdusse nell'ascetica di Francesco di Sales e l'avviò nello studio del latino e delle scienze religiose.Due mesi dopo l'ordinazione, si stabiliva a Roma, chiamatovi da Alessandro VII, l'amico Chigi diventato papa.Intanto su Roma si abbatteva la peste e il giovane prete Barbarigo venne incaricato di organizzare i soccorsi nel popolare rione di Trastevere. «Avevo una paura al principio, che mi sentivo morire», scriveva al padre. Ma poi si buttò con passione e sprezzo del pericolo a eseguire la sua missione, che era di «dar ordini perché vengano le carrette [...] a levar li morti e li ammalati, portar il sussidio alle case serrate [...] e veder se hanno bisogno di niente». Fu poi Vescovo di Bergamo e Cardinale a Padova. Per l'aggiornamento del clero radunò alcuni importanti sinodi. Il grande vescovo, nei due conclavi ai quali partecipò, rischiò di venire eletto papa, tant'era la stima di cui godeva. Alla sua morte, avvenuta il 18 giugno 1697, durante una visita pastorale, nella sola città di Padova c'erano quarantadue scuole di dottrina cristiana, e trecentoquattordici scuole nell'intera diocesi. Fu incluso nell'albo dei santi, da Giovanni XXIII, nel 1960.
Gregorio Barbarigo era nato a Venezia nel 1625 da un'antica e nobile famiglia istriana. In Germania, dove rimase cinque anni, il Barbarigo strinse amicizia con il nunzio papale Fabio Chigi che lo introdusse nell'ascetica di Francesco di Sales e l'avviò nello studio del latino e delle scienze religiose.Due mesi dopo l'ordinazione, si stabiliva a Roma, chiamatovi da Alessandro VII, l'amico Chigi diventato papa.Intanto su Roma si abbatteva la peste e il giovane prete Barbarigo venne incaricato di organizzare i soccorsi nel popolare rione di Trastevere. «Avevo una paura al principio, che mi sentivo morire», scriveva al padre. Ma poi si buttò con passione e sprezzo del pericolo a eseguire la sua missione, che era di «dar ordini perché vengano le carrette [...] a levar li morti e li ammalati, portar il sussidio alle case serrate [...] e veder se hanno bisogno di niente». Fu poi Vescovo di Bergamo e Cardinale a Padova. Per l'aggiornamento del clero radunò alcuni importanti sinodi. Il grande vescovo, nei due conclavi ai quali partecipò, rischiò di venire eletto papa, tant'era la stima di cui godeva. Alla sua morte, avvenuta il 18 giugno 1697, durante una visita pastorale, nella sola città di Padova c'erano quarantadue scuole di dottrina cristiana, e trecentoquattordici scuole nell'intera diocesi. Fu incluso nell'albo dei santi, da Giovanni XXIII, nel 1960.