“MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E INTERNE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE”
- 08 gennaio 2019 Cultura
Il
Coordinamento nazionale dei docenti dei Diritti Umani, in
concomitanza con la ripresa dell’anno scolastico 2018/2019 e con le
vibranti proteste espresse da tanti insegnanti meridionali fuorisede,
intende manifestare la propria solidarietà con tutto il personale
educativo soggetto a forti disagi. Il rapporto ISTAT “MIGRAZIONI
INTERNAZIONALI E INTERNE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE”, pubblicato a
dicembre del 2018, mostra un’Italia spaccata in due: da una parte
il Centro Nord, meta di molti emigrati, e dall’altra il
Mezzogiorno, sempre più povero e spopolato.
Nel comunicato stampa
si legge infatti che “Negli ultimi venti anni la perdita netta di
popolazione nel Mezzogiorno, dovuta ai movimenti interni, è stata
pari a 1 milione 174 mila unità. Nel 2017 le regioni più attrattive
sono ancora una volta Emilia-Romagna (+2,9 per mille residenti),
Trentino Alto-Adige (+2,7 per mille), Lombardia e Friuli-Venezia
Giulia (entrambe +1,8 per mille); le meno attrattive sono Calabria
(-4,2 per mille), Basilicata (-4,0 per mille), e Molise (-3,5 per
mille). Per i trasferimenti tra province diverse, i saldi netti
positivi più elevati si registrano a Bologna (+4,9 per mille), Monza
e Brianza (+3,4 per mille) e Bolzano (+3,2 per mille). Saldi netti
negativi si rilevano, in particolare, per Caltanissetta (-7,1 per
mille), Crotone (-6,1 per mille) ed Enna (-5,5 per mille)”.
I
dati in questione evidenziano una situazione veramente allarmante,
che può essere messa in controtendenza, solo attraverso una serie di
provvedimenti oculati e coraggiosi. Facciamo appello a tutti gli
amministratori pubblici e alle maggiori autorità politiche
competenti, affinché un “circolo virtuoso” si possa innescare,
mediante un piano di rientro per i docenti in questione. Sarebbe
banalizzante affermare che con una popolazione scolastica minore
occorrono meno cattedre; in realtà, con tutte le problematiche di
carattere sociale afferenti alla tutela della Legalità, proprio in
contesti fortemente degradati come quelli del Mezzogiorno, urgono
invece interventi formativi più incisivi, da estrinsecarsi in ore
curriculari ed extra-curriculari, attraverso l’utilizzazione del
personale educativo attualmente in servizio al Nord. Troviamo
legittimo che ciascun insegnante possa tornare alla propria regione
di appartenenza senza eccezioni. Ci piacerebbe una sorta di grande
“Piano di sviluppo e incentivazione del settore scuola” che
rilanci gli investimenti in termini di capitale umano ed economico
per creare nel Sud nuovi posti di lavoro. “Colui che apre una
porta di una scuola, chiude una prigione” (Victor Hugo)
Romano Pesavento
Presidente Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani