PESSOA INEDITO: IL PENSIERO CHE CAPOVOLGE
- 30 gennaio 2017 Cultura
Su La Stampa
Art. di Maurizio Cucchi
Avere tra le mani un piccolo libro di inediti di Fernando Pessoa è già di per sé emozionante, anche perché sappiamo che una mente così raffinata e inquieta non ci può mai deludere. Una stirpe incognita (Edb edizioni, pp.56, €10) è un gioiellino che comprende tredici testi, in prosa e in versi, undici dei quali tradotti per la prima volta nella nostra lingua e due inediti assoluti. Li ha curati Antonio Cardiello, ricercatore dell'Università Nuova di Lisbona, e alcuni sono opera di già noti eteronimi di Pessoa, come Alvaro Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro, che conclude il libro con una poesia importante, di essenziale valore dichiarativo, dove troviamo versi come: Non credo nell'infinito, non credo nell'eternità./ Credo che lo spazio inizi da qualche parte e da qualche parte finisca./ [...] Tutto è definito, tutto è limitato, tutto è cose.
Il libro comprende una notevole serie di riflessioni, secondo i termini caratteristici della ricerca di Pessoa, guidata da una logica paradossale portata a capovolgere, lo sottolinea il curatore, binomi come , e inoltre conferma una profonda avversione nei confronti di qualsiasi forma di totalitarismo politico e fondamentalismo religioso. Ma questa stirpe incognita è anche molto godibile per i passaggi ironici come quello sul fascismo, in cui l'autore parla del perfetto funzionamento dei treni nel programma della dittatura, in modo tale che se vivi a Milano e tuo padre vive a Roma, i fascisti uccidono tuo padre ma puoi stare certo che, se prendi il treno, arrivi in tempo al funerale.
Pessoa riesce anche a concentrare in secche uscite epigrammatiche momenti di pensiero tagliente: Presa in sé stessa, la civiltà materiale non è affatto civiltà, ma un semplice perfezionamento. Oppure: Detestare gli altri è esistere.
Per non dire del suo giudizio sui connazionali: Il popolo portoghese non ha qualità: ha solo eccessi. [...] Il portoghese è plastico, amorfo, indefinito, incerto. Ed essendo uno dei popoli meno cattolici del mondo è diventato vassallo del cattolicesimo. Poche pagine, insomma, ma talmente fitte di pensiero verticale e imprevisto da costruire una pregevole aggiunta al complesso della sua grande opera.
Maurizio Cucchi