PORTA ROMANA 1818 - Parte 1^

Le prime Montagne Russe di Milano

"Milano è stata per me, dal 1800 al 1821, il solo luogo dove abbia sempre desiderato stare". Così un giovane Stendhal (Henry Beyle), reduce dalle campagne napoleoniche in Russia, ricordava la sua amata Milano. Molti autori, contemporanei e non al nostro Henry, elogiarono e descrissero la vita allegra e spensierata di quel periodo, fatta di caffè letterari, avvenenti signorine, balli, divertimenti e passeggiate in carrozza. Certamente altri, in netta controtendenza, descrissero una Milano agli antipodi, con delinquenza in ogni dove, condizioni igienico sanitarie ignominiose, analfabetismo diffuso e indigenza conclamata. Oggi come allora, nulla è cambiato. Tutto sta solo da che parte della barricata si nasce e dall'oggettività degli autori contemporanei: troppo comodo descrivere unicamente una città edulcorata dal belvedere del proprio privilegiato status e decisamente limitato mostrare una Milano solo nell'ombra. Ma gli scrittori sono sempre serviti a questo: a fornirci quel pezzetto di realtà che ci sfugge o non consideriamo. Senza alcun dubbio Stendhal se la godette alquanto qui da noi, tanto da far scrivere sulla propria tomba Milanese. A ogni modo, assieme a quel singolare francese, tornarono dall'inferno russo anche alcuni nostri fortunati concittadini e tra loro, un signore di nome Giuseppe Garavaglia che ebbe la geniale idea di importare da quelle lande desolate un particolare divertimento tutt'oggi ancora molto in voga. Ma facciamo un passo indietro. Sulla sinistra dell'Arco di Porta Romana, con il centro città di fronte a noi, nella seconda metà del ‘700 era venuta a formarsi una cava. L'area diventò presto paludosa, insalubre e infestata dalla malaria. Tra il 1795 e il 1797, per cercare di tapparla, i milanesi cominciarono a trasportarvi detriti e laterizi dai vari cantieri cittadini e, con tutte le probabilità, anche rifiuti e ciarpame di ogni sorta. Nell'arco di breve si venne a formare una collinetta artificiale denominata dai nostri concittadini dell'epoca Monte Tabor, in riferimento all'omonima collina della Galilea dove avvenne la trasfigurazione di Gesù. Intorno a questo monte fiorirono nell'Ottocento numerose osterie, una delle quali balzò agli onori della cronaca per una novità assai spassosa. Sebbene alcuni sostengano che l’osteria del Monte Tabor venne inaugurata nel 1818, è quasi certo che esistesse già in precedenza ma divenne assai celebre per merito del nuovo gestore, Giuseppe Garavaglia. (Foto 1 – l'altura del Monte Tabor con cerchiata l’osteria del Garavaglia).* Come accennato in precedenza, quest'ultimo aveva avuto modo di ammirare in Russia un intrattenimento che lo colpì profondamente e, una volta acquisita la licenza dell’osteria, cominciò a pavimentare parte della collina con assi di legno inserendovi dei piccoli binari. Fece costruire dei carrelli a ruote metalliche per farceli viaggiare sopra e in men che non si dica, dopo Parigi, anche Milano ebbe le sue prime montagne russe. Se si considera che la ferrovia russa venne presentata in Italia la prima volta nel 1888 a Bologna durante l’Esposizione Emiliana e ufficializzata a Genova nel 1892 con l’esposizione Italo americana, allora Milano fu in anticipo sui tempi di almeno settant'anni. Certo la nostra era assai primitiva ed essenziale ma nulla del genere era stato visto fino a quel momento. Di notizie riguardanti questo monte\giostra ce ne sono giunte in abbondanza grazie a scrittori e poeti del periodo come il Canonico Luigi Mantovani (Diario politico ecclesiastico), Giuseppe Rovani (Cent’anni) e Il nostro inarrivabile Carlo Porta (On Funeral-El Miserere). Anche autori successivi come Otto Cima, Alberto Lorenzi e Alex Visconti non poterono esimersi dal narrare storie e vicende legate a quel luogo; esso viene addirittura citato nell ottocentesco dizionario Milanese-Italiano di Francesco Cherubini. (Foto 2- la definizione riportata sul dizionario Cherubini)

Insomma, il Monte Tabor meneghino era addirittura più celebre del suo mistico omonimo in Terrasanta.

Riccardo Rossetti-Viveremilano

Proverbi Milanesi

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni

El Pret de Ratanà

EDB Edizioni