FESTA DELLA NOSTRA GENTE
- 26 settembre 2019 Curiosità
I quattro palazzi gemelli di via Cannero compiono mezzo secolo di vita e i loro condomini festeggiano l’evento come la celebrazione di un luogo che si è fatto comunità
Sotto l’impeccabile regia di Mina e Mariarosa, infaticabili motori
dell’associazione Bethesda e punti di riferimento per tutta la comunità,
le quattro torri di via Cannero hanno festeggiato il mezzo secolo di
storia, dagli antichi orti che coloravano i prati circostanti, alla
trafficata Milano-Meda, arteria vitale per tanti pendolari e milanesi di
oggi. Cinquant’anni di stratificazioni architettoniche, culturali e
sociali, che i palazzi e i loro abitanti hanno prima vissuto, poi
assorbito e infine restituito, con straordinaria vitalità, animando una
festa tanto sentita quanto ricca di sfumature e ricordi.
Le giornate precedenti l’evento di domenica 22 settembre,
attraversate dalla preoccupazione indotta dal maltempo incombente, hanno
costretto l’inappuntabile organizzazione, degna della logistica d’un
battaglione di alpini, a interrogarsi su improbabili piani alternativi,
caduti tuttavia a uno a uno sotto le obiezioni dei più. Quindi, l’ardita
decisione: sfidare in campo aperto Giove Pluvio schierando tra le
proprie file un alleato formidabile, Bacco.
La scelta si è rivelata azzeccata e il braccio di ferro tra gli dei,
ad appannaggio di quest’ultimo, ha fatto in modo che la sola pioggia
torrenziale caduta sulle numerose tavolate allestite fosse di un
profumato Marzemino, rosso rubino, vellutato, capace di sciogliere
d’incanto i timori di imminenti rovesci - che non avverranno prima delle
ore 17.00 - alla faccia delle due Cassandre digitali: 3B Meteo e
Meteo.it.
La festa è quindi decollata col numero cinquanta come unico comune
denominatore, quasi fosse una linea del tempo sulla quale collocare
tutto e tutti: persone, ricordi, avvenimenti... un immenso contenitore
di vite e di esperienze che hanno trovato una plastica rappresentazione
nel corso della giornata, nella quale tutti hanno contribuito con il
loro vissuto: «avevo dieci anni quando hanno iniziato a costruirli» ha
esclamato la signora della scala B; «io ho la stessa età dei palazzi» ha
aggiunto il signore della scala A.
E il cinquanta è diventato, naturalmente, anche il tema principale
della festa, malinconico ma gioioso, a cominciare dall’emozionante
mostra fotografica delle feste di tanti anni fa, dove un susseguirsi di
volti oggi un poco invecchiati, di bambini divenuti adulti e di amici
che non ci sono più, ha sortito qualche sospiro accompagnato da una
fugace lacrima, subito rintuzzata.
Accantonate le malinconie, ecco arrivare, a ritmo incessante, portate
d’ogni tipo, che dalla Pianura Padana all’Estremo Oriente hanno
raccontato quale meravigliosa sintesi del mondo siano oggi gli storici
palazzi di Cannero. Lasagne protagoniste, certo, ma anche affettati,
arrosti, hummus e riso siriani, spaghetti di riso cinesi ed involtini
primavera, oltre a una versione davvero inedita, almeno per i nativi di
Dergano, Bovisa e Affori, di lasagne musulmane (davvero squisite).
Colori e profumi a profusione, quindi, dal coriandolo al basilico, dalla
curcuma al rosmarino, dal cumino al prezzemolo.
E il numero cinquanta s’è impresso anche sullo spartito d’una
domenica davvero sorprendente, con Urbano e Roberto che hanno riportato
tutti alle atmosfere di fine anni 60, spiazzando i partecipanti più
âgée con alcuni brani storici di Jimi Hendrix o dei Rolling
Stones e ignorando (per una volta) il liscio: «Del resto – ha spiegato
Roberto – mentre Jimi Hendrix scriveva Hey Joe, architetti e muratori
progettavano e costruivano le fondamenta di questi palazzi!».
Quale eccezionale miscuglio di esperienze e culture racchiude una
comunità tanto vasta! Vederle dispiegarsi nello spazio del cortile,
disorienta ed entusiasma all’unisono, come se il tempo e lo spazio
fossero cristallizzati entro i cancelli, l’intera via della seta fosse
arrotolata in cortile e una DeLorean parcheggiata in garage. Così,
mentre la musica ha riportato i presenti a Woodstock e le pietanze in
tutto il mondo, Daniela e Daniele hanno proposto ai più volenterosi una
lezione di
Tai Chie e
Qi Gong giusto per riequilibrare corpo, spirito e mente, dopo l’impatto non irrilevante del pasto luculliano.
Carmelo, il bravo presentatore, ha scandito i passaggi salienti della
giornata e i vari appuntamenti in scaletta, accompagnando i
partecipanti fino all’atteso taglio della torta dei cinquant’anni,
officiato da una coppia d’eccezione: la più anziana presente, nonna
Franca, e l’ultima nata, Olivia, aiutata dalla piccola Rebecca a
soffiare sulla candelina.
Un team di condomini, coordinato dai referenti dei vari gruppi, ha
pensato, progettato e organizzato tutto quanto, senza lasciare nulla al
caso, per fare in modo che tutte le generazioni presenti, dai più
piccoli ai più grandi, partecipassero alla realizzazione ma anche alla
fruizione del grandioso evento. Un particolare ringraziamento, dunque, è
stato rivolto a chi si è occupato di cucinare e fare la spesa,
organizzare i giochi e altre attività, fino al gruppo della logistica
che ha portato tavoli, sedie e gazebi. Un sentito ringraziamento è
andato anche alle famiglie straniere, nuove e vecchie, che hanno fatto
assaggiare i piatti tipici dei loro paesi e hanno permesso ai presenti
di conoscere un pezzettino della loro storia.
Insomma, mettendo in campo risorse, capacità e soluzioni condivise, i
condomini di via Cannero hanno dimostrando la forza dirompente e il
potenziale insiti in una collettività quando questa si trasforma in
comunità, dove ognuno contribuisce con la propria esperienza a una
ricchezza comune e dove la diversità rappresenta un prezioso valore
aggiunto. Appuntamento tra cinque anni, sempre in via Cannero, per la
festa dei cinquantacinque!
Antonio Voceri
Foto della torta: Vittorio Amici