CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA

Quasi trentamila Cie emesse tra giugno e luglio. Scompaiono la registrazione dell’occupazione lavorativa e l’indicazione del colore di occhi e capelli. Crollano le contraffazioni

Quasi trentamila carte d’identità elettroniche emesse dagli sportelli dell’Anagrafe dal 1° giugno al 31 luglio. Numeri altissimi dovuti all’afflusso record dei cittadini milanesi in preparazione delle partenze estive. Il record è stato toccato a giugno, con 16.821 CIE rilasciate, mentre a luglio sono stati 12.884 i cittadini che hanno richiesto il documento in una delle sedi anagrafiche diffuse su tutto il territorio. 
Attiva a Milano dal mese di ottobre 2016, la carta d’identità elettronica ha ormai sostituito la carta d’identità cartacea, che viene rilasciata solo in casi di estrema urgenza e che entro breve tempo, a causa  dell’esaurimento della carta, sarà destinata alla dismissione completa. 
Se infatti nel 2017 le carte d’identità emesse nel primo semestre erano 28.378, a fronte di 63.048 CIE, nel primo semestre del 2018 sono state solo 8.705, contro le 85.050 CIE. E insieme ai numeri sono calati drasticamente anche i casi di “furti d’identità”: la carta d’identità cartacea, infatti, gode del triste primato di documento più contraffatto d’Europa. Con la CIE, invece, la sicurezza è massima: la verifica dell’identità, infatti, viene effettuata tramite una speciale applicazione,  presente anche sul passaporto elettronico emesso da tutti i paesi europei, che contiene i dati anagrafici del titolare (nome, cognome, luogo e data di nascita, luogo di residenza), la sua foto e le impronte digitali. 
I cittadini più attenti, però, avranno notato che al momento della richiesta di inserimento dati da parte dello sportellista, alcune informazioni non vengono più inserite. La professione, il colore dei capelli e degli occhi, infatti, non sono più richiesti allo sportello, così come lo stato civile, un tempo inserito su richiesta dei cittadini.
Pensionati, impiegati, studenti, attori, giornalisti, commessi, pr, medici, scrittori e avvocati non possono più vedere la loro professione sulla CIE, né il colore dei capelli o degli occhi. Rimangono invece i dati più tradizionali, come l’indicazione del luogo, la data di nascita e il sesso, la fotografia, anche se in bianco e nero, e la registrazione della statura. 

 

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