'On the road', al via le vaccinazioni per i senza dimora che vivono in strada

Rabaiotti: “Questa operazione è il segno concreto dell'importanza delle reti e della capacità di collaborazione, a tutela delle persone senza casa”

Partita l’operazione “On the road”, per vaccinare contro il Covid 19 le persone senza dimora che vivono in strada, frutto della collaborazione tra Comune di Milano, Terzo settore, Ats, Areu e Regione Lombardia. Si è iniziato ieri 3 agosto e si continua oggi - tra le 19:30 e le 21:30 - con i primi due appuntamenti sperimentali che serviranno a verificare e mettere a punto l’intera organizzazione, se necessario, dopodiché si riprenderà avendo a disposizione un periodo più lungo, una decina di giorni, dopo il 20 di agosto. 
Il Comune di Milano, attraverso il Centro Sammartini, coordinerà le operazioni e coinvolgerà tutte le 19 Unità mobili già attive su strada che avranno il compito di accompagnare le persone ai tre camper che fungeranno da centri vaccinali: uno sarà posizionato davanti alla Stazione Centrale, gestito dai Medici Volontari Italiani, un altro di fronte alla Stazione Garibaldi, gestito dal Cisom, e il terzo in piazza San Babila angolo corso Europa, coordinato da Fondazione Progetto Arca. A fine agosto dovrebbe essere coinvolta anche la Croce Rossa Italiana. Saranno le stesse associazioni a mettere a disposizione medici e infermieri per le inoculazioni del vaccino, che sarà il monodose Janssen, per le anamnesi e i controlli pre e post vaccinali. 
Verrà raccolto il consenso informato - distribuito in lingua italiana, e anche inglese, francese, araba o rumena, previa richiesta - e saranno disponibili i moduli pre-stampati per il rilascio del certificato della vaccinazione avvenuta. 
Nella prima serata di martedì 3/8 sono state somministrate 18 dosi complessive (6 per ogni postazione), per arrivare oggi a 36 dosi (12 per ogni postazione), e chiudere a fine agosto avendo vaccinato circa 200 persone. Tante infatti sono quelle che, contattate nelle settimane scorse dalle Unità mobili, sarebbero già convinte a vaccinarsi, che si vanno ad aggiungere a quante sono già state vaccinate nei mesi scorsi, raggiunte all’interno delle strutture collettive di accoglienza, nei Centri diurni, nelle mense e nelle docce pubbliche, nelle micro-comunità e negli alloggi in Housing First e Housing Led. 
Tra giugno e luglio, infatti, nella prima fase organizzata di vaccinazione delle persone senza fissa dimora, sono già state somministrate nel complesso circa 2mila dosi di vaccino (perlopiù Janssen e Pfizer), con cui sono state vaccinate oltre 1.300 persone. Per raggiungere l’obiettivo, l’Amministrazione comunale ha agevolato i contatti tra Regione Lombardia e gli Enti gestori delle strutture di accoglienza, favorito la realizzazione del censimento dei potenziali vaccinandi, diffuso il materiale informativo sul tipo di vaccino utilizzato, i moduli per il consenso informato e la scheda anamnestica e, tra l’altro, messo a disposizione dei mediatori professionali. 
Ora parte l’ultima fase del programma, rivolta a coloro che non accedono ai servizi e che si spostano con difficoltà dalla strada. Fondamentale il lavoro delle Unità mobili, sia quello già svolto, di motivazione e convincimento alla vaccinazione delle persone che abitualmente incontrano nei loro giri serali, sia quello che sono chiamate a svolgere di guidarle alle postazioni sanitarie. 
“L’operazione ‘On the road’, grazie alla collaborazione tra Comune di Milano, Ats, Regione Lombardia e le tante realtà di volontariato che intervengono instancabilmente in città, di giorno e di notte e che ringrazio, è il segno concreto dell'importanza delle reti e delle alleanze che ci permettono di essere più forti di quanto saremmo se ci muovessimo da soli - è intervenuto l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti. - Nelle grandi città rischiamo di avere situazioni sommerse e difficilmente visibili, persone che restano nell'ombra e che fatichiamo a raggiungere. La tutela e la protezione delle donne e degli uomini che vivono per strada chiedono di muoversi e di lavorare insieme, senza fare distinzioni ed evitando inutili strumentalizzazioni. Riconoscere il problema e intervenire per affrontarlo e gestirlo è il modo in cui devono operare le istituzioni pubbliche. Fare finta che non ci sia o pensare di risolverlo spostandolo o addirittura cancellandolo è totalmente irresponsabile”. 

L’idea di procedere con un numero giornaliero limitato di dosi è motivata dalla complessità dell’operazione, sia dal punto di vista dell’accompagnamento, comprese le correlate attività di informazione, verifica e controlli, sia da quello tecnico, della stessa corretta conservazione del vaccino che necessita di appositi contenitori termici (si conserva a 2-8 gradi). 

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