2015: l’anno dell’Expo
- 14 gennaio 2015 Expo 2015
Con l’arrivo del 2015 inizia finalmente l’anno che vedrà l’inaugurazione dell’esposizione internazionale milanese.
Durante i sei mesi della rassegna è previsto nella nostra città un afflusso di circa 24 milioni di visitatori, tra i quali ci sarà una buona presenza di stranieri.
Notevole anche il numero di biglietti già staccati, che a inizio anno ha toccato la cifra di 7,2 milioni, rendendo quindi plausibile la previsione degli organizzatori di Expo, che contano di arrivare a 10 milioni di ingressi già venduti entro il primo maggio, giorno dell’inaugurazione.
Da non trascurare è poi l’indotto generato dall’evento, valutato da uno studio di Confindustria in 69 miliardi di euro distribuiti lungo il decennio 2011/2020, con ricadute positive anche nel campo dell’occupazione.
Previsioni notevoli che, se saranno realizzate anche solo in parte, causeranno ripercussioni positive non solo a Milano e in Lombardia, ma presumibilmente anche in tutta Italia.
Un altro elemento che infonde un cauto ottimismo viene dallo stato dei lavori del cantiere Expo a Rho che, dopo i ritardi degli scorsi mesi, sembra aver premuto finalmente sull’acceleratore: sono infatti stati quasi ultimati i lavori di Palazzo Italia, così come quelli dei padiglioni appartenenti ad alcuni importanti Paesi espositori, come ad esempio il Bahrain, la Svizzera, la Repubblica Ceca e il Cile, mentre alcuni, che risultano indietro con il cronoprogramma, stanno cercando di velocizzare il più possibile la costruzione dei loro edifici di rappresentanza.
Novità positive emergono anche dalla lotta alla criminalità organizzata infiltratasi nelle aziende operanti all’interno del cantiere di Rho, una problematica che risale ad anni fa e che tanti problemi ha causato ad Expo.
Ora, grazie a un nuovo e più efficace metodo di indagine messo in atto dalla Prefettura (in collaborazione con Antimafia, Vigili, Ispettorato al lavoro e Asl) e raccontato da un’inchiesta di Repubblica, è infatti possibile compiere un controllo più serrato sulle aziende in odore di mafia ed escluderle in modo definitivo dal sito di Expo, qualora queste risultino aver avuto contatti di qualsiasi genere con le associazioni malavitose.
Un grosso passo in avanti, quindi, verso l’obiettivo di una Esposizione universale “mafia free”, che, dopo tanti proclami degli anni scorsi, sembra essere diventato finalmente una priorità concreta, il che non può che far bene all’immagine di questa Expo in tutti i Paesi del mondo.
Fabio Figiaconi