Percorsi di consapevolezza

Abbiamo parlato diverse volte delle caratteristiche dei numerosi punti sensibili (in giapponese Tsubo) che si trovano sul nostro corpo.

Questi compongono nel loro insieme un reticolato di percorsi solitamente usati in tecniche come l’Agopuntura, lo Shiatsu, il Jin Shin Do® per la stimolazione utile a riportare equilibrio negli alti e bassi energetici che sono alla base di ogni disagio o malattia. La loro descrizione varia secondo diverse scuole di pensiero, ma in ogni caso tiene conto principalmente della funzione del punto, della sua collocazione e delle possibilità di intervento che offre. Tuttavia l’esperienza vera e propria del contatto con il punto costituisce un capitolo a sé, molto interessante, e il racconto di questo aspetto fa necessariamente conto sulla capacità di percezione che deriva da un atteggiamento molto preciso. Potremmo definirla una “meditazione”: quando contatto un punto che ho imparato a riconoscere sul corpo, mio o altrui, studiandone la collocazione, ho bisogno di dare a questo momento un posto particolare, non posso accorgermi di nulla se la mia attenzione segue le vie della “razionalità” e la mia mente cerca di applicare regole o ragionamenti teorici pur corretti e consolidati dallo studio. La postura corretta, comoda, l’ambiente rilassante, musiche o profumi graditi e armonizzanti servono certo a mettere a proprio agio le persone che vanno a ricevere un trattamento, ma sono altrettanto indispensabili al praticante che cerca, per il tempo necessario, di tacitare la mente razionale e aprirsi a quella che viene definita “sensibilità primitiva”, una sensazione più “di pancia” che “di testa”. Riuscire a realizzare questi livelli di sensibilità non è affatto ovvio o scontato, a volte è una ricerca frustrante che viene spesso surrogata dal praticante principiante con tentativi affannosi di applicazione di regole e tecniche nella speranza che “qualcosa succeda”. E, fortunatamente di solito è proprio così: qualcosa succede; il trattamento è efficace anche se eseguito in modo inesperto. A perderci è proprio il praticante che non riesce a sentire su di sé l’effetto a volte inebriante di un contatto che è stato giustamente definito “eco della vita”. A Settembre ripartiamo con le attività: Giornata di apertura e dimostrazioni Sabato 24 settembre, ore 14-19.

Associazione Il Vaso di Pandora

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