ACCADDE IL 29 OTTOBRE



La Truth and Reconciliation Commission (TRC), o in afrikaans Waarheid-en-versoeningskommissie (WVK), ossia "Commissione per la verità e la riconciliazione", fu un tribunale straordinario istituito in Sudafrica dopo la fine del regime dell'apartheid.

Lo scopo del tribunale era quello di raccogliere la testimonianza delle vittime e dei perpetratori dei crimini commessi da entrambe le parti durante il regime, richiedere e concedere (quando possibile) il perdono per azioni svolte durante l'apartheid, per superarla non solo per legge ma per riconciliare realmente vittime e carnefici, oppressori ed oppressi. Il tribunale ebbe una vasta eco nazionale e internazionale, e molte udienze furono trasmesse in televisione.

Il tribunale svolse un ruolo importante nella transizione del Sudafrica dal segregazionismo a una nuova organizzazione democratica con pari diritti per bianchi e neri. I suoi risultati e i suoi metodi sono stati oggetto di critiche, ma l'opinione predominante è che il tribunale abbia raggiunto i propri scopi. Il nome del tribunale (con la parola "riconciliazione") era in linea con la posizione nonviolenta di Nelson Mandela, che sosteneva che il perdono dovesse essere la principale risposta dei neri a ciò che avevano subito durante l'apartheid. Molti afrikaner giudicati colpevoli, ma rei confessi, ricevettero l'amnistia.

La Commissione rappresenta ad oggi la più celebre applicazione del concetto di Restorative Justice (o giustizia riparativa) nell'ambito della violazione dei Diritti dell'Uomo. Mandela scelse infatti di sanare le ferite del Sudafrica attraverso la costruzione di un dialogo tra vittime e carnefici, in antitesi al paradigma della "giustizia dei vincitori" o della corte penale internazionale, spesso orientata alla sola punizione dei colpevoli.

I risultati della commissione furono pubblicati il 28 ottobre 1998. Le indagini portarono alla luce i crimini commessi dal governo dell'apartheid, dalla polizia e dall'esercito, ma anche dall'ANC e altre organizzazioni paramilitari che si opponevano al governo.

L'amnistia fu concessa nei casi in cui gli abusi perpetrati si potevano considerare "politicamente motivati" e "proporzionati", ed erano confessati pienamente dai colpevoli. L'amnistia fu concessa a 849 persone e negata a 5392, su un totale di 7.112 richieste totali (ci furono diverse categorie aggiuntive, quali le "richieste ritirate").

Il tribunale, con la sua vasta eco mediatica, fu anche per molti afrikaner il momento in cui per la prima volta vennero a conoscenza degli abusi perpetrati negli anni passati dalla polizia e dalle forze dell'ordine sudafricane. Questo fatto sancì la morte politica delle forze legate al National Party, che conobbero un crollo di consensi anche presso diversi ambienti della società dei sudafricani bianchi. Lo stesso ex-presidente Frederik de Klerk, che aveva improntato la propria politica allo smantellamento dell'apartheid, si presentò di fronte alla commissione e si scusò pubblicamente per le sofferenze causate dai governi bianchi alla popolazione nera.





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