ACCADDE IL 3 NOVEMBRE
- 03 novembre 2022 Cultura
3 novembre 1968 – Un'alluvione devasta il Piemonte, in particolare la Provincia di Biella provocando 72 morti.
La provincia di Biella è una provincia italiana del Piemonte, situata nel nord della regione, confina a ovest con la Valle d'Aosta, mentre sugli altri versanti è racchiusa tra la città metropolitana di Torino e la provincia di Vercelli.
Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 novembre del 1968, un’alluvione devastò la provincia di Biella provocando 72 vittime, centinaia di feriti e danni incalcolabili. In quella zona pioveva già da diversi giorni ma fu proprio in quelle ore che si raggiunse il culmine e dalle colline si staccarono frane che portarono a valle case, alberi, detriti e addirittura interi capannoni industriali. La zona che maggiormente subì gli effetti dell’alluvione fu senza dubbio la Valle di Mosso, proprio a ridosso del torrente Strona di Mosso. In piena notte caddero oltre 150mm d’acqua, il fiume si gonfiò a dismisura e straripò trascinando con sé intere abitazioni. Furono 58 i morti in questa valle, ma le piene non risparmiarono neppure le valli dell'Elvo, di Sessera e Sesia, inghiottite dalle frane. Oltre allo Strona, furono il Quarnasca e il Ponzone i torrenti che provocarono i maggiori danni trasportando le acque fangose provenienti dal bacino idrografico del Biellese orientale. Come raccontarono diversi testimoni, fortunatamente l’alluvione colpì la zona in una notte tra sabato e domenica: se fosse accaduto durante un giorno lavorativo con le fabbriche in funzione, le vittime sarebbero state migliaia. Era il 7 novembre quando i primi mezzi dell'esercito raggiunsero la Valle di Mosso. Soltanto due giorni prima le piogge avevano cominciato a essere meno intense. L’alluvione causò 72 vittime in tutto il Piemonte, 58 nella sola Valle Strona di Mosso, otto a Piedimulera nel Verbano, due a Salussola e quattro nel resto del Biellese-Vercellese. Furono oltre 300 le famiglie che rimasero senza una casa nella valle più colpita. Inoltre, si contarono un centinaio di fabbriche danneggiate, 350 aziende artigiane e 400 commerciali compromesse.