"BLONDE" : I giorni vissuti da Marilyn e i nostri ricordi

Joice Carol Oates è una scrittrice americana che ha al suo attivo molti libri, tra questi "Blonde", pubblicato in America e in Italia nel 2000 e ripubblicato da "La Nave di Teseo" nel 2021. Il libro sulla vita, la disgregazione fisica e morale e la morte di Marilyn Monroe, una fra le più famose attrici cinematografiche. Sebbene l'autrice nella sua prefazione abbia messo sull'avviso i lettori che sì: l'ispiratrice è stata Marilyn Monroe, ma non tutto quello di cui si legge è ascrivibile a lei, ciò non toglie che il lettore è a lei che pensa, così come in vita a lei si pensava per la grande carica sessuale e sensuale iche trsmetteva.
Norma Jeane Baker (questo il suo vero nome) monopolizzò l'attenzione dei media per non più di dieci anni da viva e per sessant'anni a tutt'oggi dopo che fu rinvenuta morta quel quattro agosto 1962. Questa sua longevità ben superiore a quella di altre attrici sia pure famose e amate ha una sua spiegazione: non solo la bellezza, innegabile, ma anche il carattere, fragile e controverso, la ingenuità di bambina, testimoniata dai molti che l'avevano conosciuta, ne fecero un mix di interessante piacevolezza che non può non attrarre, e non solo gli uomini. Questo lungo romanzo: piacevole a volte, irritante altre, interessante sempre, descrive la triste esistenza di una bambina che non ha mai saputo chi fosse il padre, che sapeva chi era la madre Gladys: una squilibrata dalla quale potrebbe avere ereditato la sua instabilità mentale e che fu costretta a passare da una famiglia affidataria all'altra perché Gladys non era in grado di poterle badare. Nel romanzo della Oates la famiglia che si prese cura di Norma Jeane è una soltanto, ma nella realtà furono diverse. Per cui sebbene non si possa approvare l'intemperanza che da adulta la futura attrice ebbe nei confronti di non pochi uomini, la si può perlomeno comprendere. Dopo la lettura di "Blonde", ho voluto leggere anche "Dopo la caduta", la commedia di Arthur Miller rappresentata nel 1964 e ispirata al suo matrimonio con l'attrice, che qui viene chiamata Maggie mentre lui: l'autore, Quentin. 

Miller se ne ebbe a male nell'apprendere che critici e spettatori vedevano lui e Marilyn come Quentin e Maggie, affermando che non era così e che della commedia se ne sarebbe ancora parlato dopo che di Marilyn se ne sarebbero scordati anche i più fanatici dei suoi fans. E invece sappiamo che così non è stato, come scrisse Sandro De Feo nella sua recensione teatrale: 1 novembre 1964 protagonisti Giorgio Albertazzi e Monica Vitti, "che di Marilyn sentiremo ancora parlare quando di Dopo la caduta si saranno dimenticati anche i macchinisti e portaceste dei teatri dove sarà stato rappresentato".
De Feo fu preveggente, perché è avvenuto proprio così. Ciò non toglie che la commedia sia una buona commedia, soprattutto nella seconda parte, quando fa la sua comparsa Maggie che da fervente innamorata del dio Quentin finisce poi per non più sopportarlo, come nella realtà avvenne, e da lì a poco divorziare. Fu in quel 1961 che l'attrice ebbe modo di conoscere l'attore napoletano Carlo Croccolo, e con lui vivere per tre mesi una relazione che di sicuro fu esaltante ma anche distruttiva per entrambi, tanto che Croccolo decise di scapparsene.
Nel romanzo "Blonde" l'autrice lo chiama semplicemente Carlo. Un altro napoletano che ebbe a cuore Marilyn fu Giuseppe Marotta, il quale spesso la riportò nelle sue splendide recensioni cinematografiche e che quando sposò Arthur Miller non poté non invidiare il suo collega americano.
Marilyn Monroe ebbe nella sua esistenza un altalenarsi di sfortune (priva della figura paterna, l'infanzia trascorsa in orfanotrofi vari e famiglie adottive) e fortune (stella del cinema adorata da milioni di fans, denaro che a partire dalla metà degli anni Cinquanta cominciò ad affluire sul suo conto corrente). Ma l'instabilità del suo carattere la sospinse sempre più sull'orlo dell'abisso che finirà per inghiottirla facendola morire ancora giovane: 36 anni appena, e con una carriera ancora in divenire.
Constance Collier. attrice e sua insegnante di recitazione alla quale venne presentata da Truman Capote, ebbe a dire: "Non penso che vivrà a lungo. So che sembra assurdo, ma se ne andrà presto. Quello che spero, è che avrà il tempo di liberare quello spirito che si irradia da lei, come un genio in una lampada".
Si può dire che Norma Jeane-Marilyn ci sia perfettamente riuscita, nonostante le imperfezioni del proprio carattere. E che ancora a lungo, se non per sempre, vivrà nell'immaginario collettivo perché ci sarà sempre posto accanto al cuore per quel delizioso pacemaker che Marilyn Monroe è stata, e sarà.
Antonio Mecca


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