GLI ANNI PIÙ BELLI DI QUATTRO AMICI ROMANI

Un racconto per rivivere un aspetto della nostra storia recente

Il nuovo film di Gabriele Muccino "Gli anni più belli" narra la storia di quattro amici: Giulio, Riccardo, Paolo e Gemma vissuta dal 1982 ai giorni nostri. Quarant'anni circa di vita all'italiana (nel senso di arrangiarsi) che parte da quando i quattro hanno sedici anni e si dilunga sino a quando ne avranno cinquanta.
C'è chi, come Giulio, diventa avvocato e inizialmente cerca di mantenere fede ai suoi ideali giovanili, difendendo poveri diavoli bisognosi di un avvocato onesto alla Perry Mason che si prenda cura di loro difendendoli dal rigore della legge. Giulio decide a un certo punto di recidere con il suo passato idealista per tirare fuori dai guai un trucido politico coinvolto nel malaffare e sposarne poi la figlia, che in seguito tradirà e lei dal canto suo ripagherà ampiamente.

C'è poi l' altro idealista: Riccardo, soprannominato "Sopravvissuto" perché nel 1982, durante una carica della polizia, sarà ferito gravemente. Paolo e Giulio riusciranno a salvarlo portandolo all'ospedale. Riccardo vuole fare lo scrittore e il giornalista, ma non riesce a finire il suo racconto e gli articoli gli vengono pagati troppo poco e non gli consentono di mantenere la famiglia: moglie e figlio. Così, abbandonato dai familiari che si trasferiranno da Roma a Piacenza, seguiterà nei suoi vani tentativi di diventare scrittore di qualità ma non ci riuscirà, e parallelamente lavorerà come operaio e magazziniere. Infine si deciderà a tornare nell'azienda vinicola del padre.

Paolo è quello dei tre più puro, che svolge lavori umili quali il cameriere prima di riuscire a diventare professore di ruolo di italiano e che da sempre e per sempre è innamorato perso di Gemma, ragazza che a differenza del nome non fa affatto la preziosa concedendosi troppo facilmente. Ma il primo amore si dice che non si scorda mai. Anche Gemma svolge lavori umili che però - uniti a quelli dell'altrettanto umile Paolo - le consentirà di vivere con serenità. Forse perché - come scriveva Flaiano a Maurizio Costanzo - "La felicità consiste nel desiderare quello che si ha".
Il film, molto ben diretto dal veterano Gabriele Muccino, è anche bene interpretato non solo da Pierfrancesco Favino Giulio, Kim Rossi Stuart Paolo, Claudio Santamaria Riccardo e Michela Ramazzotti Gemma, ma anche dai giovanissimi attori che li impersonano nella loro adolescenza. Fa forse un pò ridere la metamorfosi di Claudio Santamaria che nell'età avanzata somiglia al già maturo Toni Dallara di trent'anni fa.
Micaela Ramazzotti è altrettanto brava e sexy.
Questo film, ricorda il capolavoro di Ettore Scola "C'eravamo tanto amati", 1974, che partiva dall'ultimo periodo della guerra partigiana per poi arrivare al dopoguerra straccione ma pieno di speranza e di voglia di vivere, e quindi ai fulgidi anni '50, agli anni '60 del boom economico e ai trucidi anni '70. Il primo quarto del film era in bianco e nero, poi la fotografia virava al colore mentre il potere vigente e vincente evirava invece il sogno forse impossibile da realizzare ma più che lecito nella speranza di una società più giusta. Anche in questo film i personaggi rispecchiano quelli del primo con Paolo simile al personaggio di Nino Manfredi, Giulio a quello di Vittorio Gassman, Riccardo a quello dell'intellettuale idealista Stefano Satta Flores, Gemma a quello di Luciana - Stefania Sandrelli amata da Vittorio e da Nino e quindi andata in sposa o a convivere con il modesto portantino romano di ambulanza. Anche questo film è ambientato a Roma, e di ambiente romano sono i personaggi, gli attori e il regista. Film davvero bello, ma non commovente come il primo, che partiva dagli anni '40 e terminava negli anni'70, anni terribili ma pieni di vitalità e di speranza. Adesso invece si sta meglio per molte cose, ma non è più la stessa cosa.


Antonio Mecca

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Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
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