Cinismo, Allegria e Sarcasmo nelle storie di Jacovitti

Si è svolta nello spazio espositivo del Maxxi di Roma, in via Guido Reni, quartiere Flaminio, la grande mostra dedicata al grande Jacovitti, fra tutti gli autori del fumetto forse il più conosciuto e di certo il più originale. Iacovitti: in seguito Jacovitti, è stato, per meglio intenderci, il disegnatore nonché autore delle storie di Cocco Bill, Tom Ficcanaso, Zorry Kid, Jac Mandolino, i tre P(Pippo, Pertica, Palla). E di decine di altri personaggi simili, apparsi per decenni in centinaia di storie a colori e qualche volta in bianco e nero; e poi di strisce: Giuseppe, Giorgio Giorgio detto Giorgio i protagonisti principali, e di tante splendide panoramiche - così lui denominava quei paginoni dove apparivano affastellati fra loro tantissimi buffi personaggi coinvolti in assurde situazioni che non potevano non stimolare il sorriso quando non proprio il riso. Jacovitti, nato a Termoli nel 1923, crebbe poi a Macerata e quindi a Firenze, per poi nel 1946 approdare a Roma. Da allora, eccettuate le settimane di vacanza trascorse nella casa di Viareggio insieme alla moglie Floriana lì è sempre stato, con lo spirito romano che a lui era più confacente per il cinismo, l'allegria, il sarcasmo che da sempre lo caratterizza.
Jacovitti, o Jac, come spesso si firmava era grande non solo di corporatura ma anche di mente, che ha consentito alla sua notevole fantasia di produrre favole par adulti e bambini tra le quali tre rivisitazioni del Pinocchio di Collodi. Persino per i bambini che ancora non sapevano leggere era una gioia per gli occhi guardare le sue vignette coloratissime e dense di personaggi collaterali quali bachi da seta. farfalle, pistole e - naturalmente - salami, quei salami che a Jacovitti piacevano non poco ma che ben poco poté continuare a gustare quando, da anziano, gli furono proibiti dai medici a causa del suo diabete. Per decenni, a partire dagli anni Quaranta fino a tutti gli anni Ottanta, il grande Jac lavorò a ritmi sostenuti per i giornali dedicati ai ragazzi (Il Vittorioso, Il Giorno dei ragazzi, il Corriere dei piccoli), quelli per adulti (Playmen), la pubblicità (gelati Eldorado, Lanerossi, Facis) nonché pubblicità elettorali. E, infine, per l'annuale realizzazione del celebre Diario Vitt. Poi, dagli anni Novanta, la sua vena sembrò inaridirsi, il disegno si impoverì, ma riuscì ugualmente a risorgere di lì a qualche anno, facendo riemergere Cocco Bill e rendendolo protagonista di tante, brevi storie pubblicategli da Il Giornalino, praticamente l'erede de Il Vittorioso. Varcare quindi le stanze del Maxxi significa varcare anche le varie anime di questo meraviglioso autore, le cui corde hanno saputo produrre splendide storie le quali hanno allietato la nostra e altrui infanzia e giovinezza e,
 perché no?, adolescenza (per dirla come Tolstoi) traghettandoci nell'età adulta e forse aiutandoci ad attraversare il fiume dell'esistenza che non di rado è travagliata non poco.
Antonio Mecca

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