CODICE ROSSO Di Antonio Mecca Cap. 2

Ordinammo due aperitivi, che la giovane e bella cameriera si affrettò a prepararci. Nell’attesa del sacro momento, chiesi all’avvocato:

- Cosa intendeva dirmi?

Lui si fece serio. Non al pari della kapò, ma quasi.

- Sono qui per conto del mio cliente. E’ stato lui a chiedermi di contattarla, perché vorrebbe che lei lavorasse per lui.

- In effetti mi piacerebbe sì lavorarmelo: a pugni e a calci, come un individuo del genere, o meglio: degenere, si merita.

- Il signor Semprini è cambiato, in  questi ultimi tempi. Il carcere lo ha maturato.

- Si matura in fretta quando già si è marci dentro – dissi. – E lui di sicuro lo era e lo è.

- Ma di sicuro è anche innocente riguardo l’omicidio della sua ex. Solo che non ha prove da esibire al riguardo. Ecco perché ha pensato di rivolgersi all’uomo che in precedenza lo aveva fermato in tempo.

Arrivarono i due aperitivi accompagnati da una esagerazione di stuzzichini, che solo a guardarli già mi sentivo sazio, Quando la ragazza si fu allontanata, dissi:

- È una proposta inusuale.

- Sì, ne convengo. Ma non mi sembra però una proposta sconveniente.

- Non mi piace chi uccide, o tenta di farlo, la propria: “propria” tra virgolette, compagna. Nessuna

  bastardata da parte di lei può giustificarlo.

 

- Sì, la penso come lei. Ma penso anche un’altra cosa: e cioè che se un uomo è innocente, accusato ingiustamente per qualcosa che non ha commesso, va aiutato a venirne fuori.

 

 

Mandai giù qualche sorso di aperitivo; rosso, effervescente e rinfrescante. Quindi dissi:

- Secondo lei, il suo cliente è innocente?

- Io credo che lo sia. E’ stato arrestato perché privo di alibi e con l’aggravante del precedente tentato

  omicidio. Sempre che di omicidio si sarebbe poi trattato.

- No, non era un tentativo di omicidio. Un farabutto che cava di tasca un coltello affilato non ha certo

  intenzione di uccidere ma semplicemente di radersi i peli della barba, sebbene i peli più folti è sullo

  stomaco che gli crescono.

- Alcesti vorrebbe incontrarla in carcere. E’ disposto a recarsi da lui a colloquio?

Ci pensai su. Non avevo in corso nessuna indagine, e il conto in banca non solo non lievitava ma diminuiva costantemente. Inoltre ero curioso di sapere cosa quell’uomo voleva dirmi. Per cui risposi:

- D’accordo. Quando avverrà l’incontro?

- Domani mattina, intorno alle undici. Nel carcere di San Vittore.

- Va bene.

Terminai di bere l’aperitivo, lui che già lo aveva fatto si alzò per recarsi alla cassa e pagare il conto.

Una volta usciti dal locale ci accomiatammo dandoci appuntamento di fronte al carcere poco prima delle undici. Quindi l’avvocato si diresse verso una Skoda verde come le tasche di un suo cliente medio dopo avergli saldato la parcella. Ci salutammo e ognuno prese per la sua strada.
 

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