CRONISTA A ROMA

Dal nostro inviato

In una città come Roma il cibo è una questione primaria, e viene smistato nei numerosissimi ristoranti (che nonostante la pandemia sono quasi tutti aperti) dai banchi dei mercati rionali o dei supermercati. Il più famoso è lo storico mercato di Campo Dei Fiori, dove ai tempi (che tempi!) venne bruciato il povero Giordano Bruno e che si trova in una traversa di corso Vittorio Emanuele. Ha fatto da sfondo all'omonimo film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi nonché alla bella commedia musicale "Se il tempo fosse un gambero", con Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi. 
Quello che colpisce il visitatore è la presenza più che discreta dei supermercati, incassati all'interno di antichi e gloriosi palazzi senza deturparne l'aspetto. Ci si chiede come i clienti possano fare la spesa e poi caricarla in auto, a meno che non abitino pressoché tutti nelle vicinanze e quindi ci vadano a piedi. Viene anche da pensare al grido di angoscia lanciato da Gianfranco Funari quando denunciava la futura presenza di un Mc Donald in piazza di Spagna, definendo la cosa come un pugno nell'occhio. In realtà questo Mc Donald è sorto nel rispetto della volumetria cittadina, e non sembra proprio un pugno nell'occhio. Questo se mai era rappresentato da Funari stesso, che in trasmissione si presentava fumando continuamente alla faccia - e nell'occhio - di chi ospitava, fosse anche il padrone stesso delle "Ferriere", come lo definisce una mia collega senza neppure avere conosciuto il padrone del Baraccone. 
Viene un po' da ridere pensando che ora, in via delle Botteghe Oscure sede del Partito Comunista Italiano, dove in un tempo non lontano si trovava la libreria Rinascita da essi gestita, c'è ora un supermercato di una famosa catena alimentare. Insomma: dalla catena che teneva legati i suoi seguaci eccoci ora alla catena alimentare. Dal cibo per la mente costituito dai libri eccoci al cibo per lo stomaco che tiene in vita l'individuo ma anche la mente e la sua anima. Perché l'anima è una bellissima cosa, ma senza il corpo che la alimenta che fine farebbe e che fine avrebbe? 
I supermercati presenti nella città eterna sono stati costruiti con il massimo rispetto per Roma e per i suoi abitanti, cosa questa non sempre replicabile in altre città d'Italia. E siccome la parte storica è immensa perché immensa è la sua storia, per trovare gli ipermercati bisogna lasciare la città vera e propria e dirigersi in periferia, nella cosiddetta suburra, dove fare incetta di prodotti vari. 
I supermercati cittadini sembra invece che rifocillino a piccole dosi, giusto il rifornimento minimo necessario alla quotidianità. Del resto con i sempre minori proventi che gli stipendi sono in grado di garantire, forse non è del tutto sbagliato il pensarlo. 
Uno di questi piccoli supermercati si trova nella via Fontanella Borghese, a poca distanza dalla via di Monte Brianzo, dove per molti anni ha abitato una mia per troppo breve tempo amica: Iaia Fiastri, famosa commediografa del teatro brillante italiano. Era una persona simpatica e gentile, e una scrittrice brava e intelligente. A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta lavorò per la ditta Garinei e Giovannini realizzando per loro ma spesso non con loro molte commedie che furono interpretate da attori di talento come Renato Rascel, Gigi proietti, Enrico Montesano, Gino Bramieri. Alcune commedie le realizzò per suo conto, quali "Amori miei", in teatro protagonista Ornella Vanoni e Gianrico Tedeschi, due bravissimi attori milanesi che purtroppo non vennero presi anche per la versione cinematografica, visto che i produttori preferirono la più di cassetta Monica Vitti. Iaia avrebbe invece preferito Ornella, dato che la Vitti tendeva ad uscire dalle battute del copione per farvi delle sue improvvisazioni personali, ad allargarsi troppo. Così come spesso si allargano i romani dopo che la giovinezza li ha abbandonati, perché troppo inclini nel mangiare bene e abbondante.
Fellini raccontava nel suo autobiografico "Roma" che quando venne nella capitale fu stupito della gran quantità di cibo mangiato - divorato letteralmente - all'aperto da tutti, bambini compresi, che si gettavano con ingordigia anche su teste di pecora e lumache. Insomma, il cibo tende ad allargare la vita, se non ad allungarla. Le donne, generalmente non molto alte, si allargavano a loro volta, e questo secondo Moravia era dovuto anche all'abitudine di reggere sul capo la brocca dell'acqua o la sporta dei panni, per cui il peso finiva per schiacciarne la statura e allargarne i fianchi, quasi anfore umane invece di flessuose clessidre che misurano lo scorrere del tempo mediante lo scorrere della sabbia. Una sabbia che per alcuni rappresenta una peculiarità naturale vista l'aridità della propria anima.

Antonio Mecca

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