CRONISTA A ROMA

In quella che la grande scrittrice romana Elsa Morante definiva la più bella piazza della città, vale a dire piazza Navona, vennero ambientate alcune scene di film famosi quali la serie di "Poveri ma belli" e: nel 1963, il terzo episodio del film di Vittorio De Sica "Ieri, oggi, domani". L'episodio, dal titolo "Mara", narra di una bellissima prostituta la quale vive e opera all'ultimo piano di un palazzo che si affaccia sulla bellissima piazza. Condivide la terrazza, pur separata da un divisorio, con una coppia di anziani che hanno un nipote: Umberto, che frequenta il seminario per uscirne prete. Il ragazzo dopo avere frequentato brevemente Mara finisce per innamorarsene, decidendo quindi di gettare la tonaca alle ortiche. I nonni sono disperati, soprattutto la nonna (una strepitosa Tina Pica) la quale cerca con ogni mezzo di far ragionare il ragazzo e, non riuscendoci, si rivolge direttamente alla sua peccaminosa vicina affinché la aiuti nel cercare di far tornare in sé il giovanissimo nipote. Lei accetta e si dà da fare affinché il piano riesca, facendo anche un voto di castità della durata di alcuni giorni, così che a becco asciutto finirà per restare il povero Mastroianni nel ruolo di un sempliciotto figlio di un industriale romagnolo. La scena finale nella quale si vede dall'alto della casa il povero Umberto dirigersi alla corriera che lo porterà lontano dalla città tentacolare è molto triste, poiché ancora una volta è un giovane a essere costretto dall'ipocrisia familiare ad agire alla maniera da loro stabilita. Questo fa venire in mente altre situazioni del genere, dove la povera Gertrude meglio nota come la monaca di Monza viene rinchiusa contro la propria volontà affinché il patrimonio di famiglia non si disperdesse. 
Il palazzo di piazza Navona dove l'episodio del film - scritto da Cesare Zavattini e interpretato da Sofia Loren - venne girato è quello che si trova sulla destra entrando dalla piccola piazza delle Cinque Lune. Piazza Navona, così chiamata sia perché ha una forma di nave, sia perché deriva da piazza in agone: cioè giochi. In un tempo lontano veniva allagata affinché si potessero svolgere battaglie navali, mentre ora offre all'ammirazione dei turisti e non solo la visione delle splendide statue progettate e costruite da vari scultori fra i quali nel centro svetta quella di Gian Lorenzo Bernini: la Fontana dei Quattro Fiumi: Danubio, Nilo, Gange, Rio della Plata, e a un lato la bellissima chiesa che ospita l'ultima residenza di Enrico De Pedis, ex capo della famigerata banda della Magliana.
La bellissima piazza è ora poco frequentata a causa del virus circolante, con i bar-ristoranti i cui camerieri hanno tutto il tempo di guardarla sconsolati in attesa del ritorno alla normalità e con essa all'afflusso dei turisti. Sedersi nel mezzo, in prossimità delle fontane, è un modo piacevole per passare il tempo, perché il rimirare la bellezza è sempre proficuo. Giuseppe Gioacchino Belli, il grande poeta romano che alla sua città dedicò molte poesie, così scrisse nel 1833: 
"Se po' fregà Piazza Navona mia/ e de San Pietro e de Piazza- de- Spagna. / Questa nun è una piazza, è una campagna/un treato, na fiera, un'allegria." 

Antonio Mecca

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