GIUSEPPE VERDI

Il musicista italiano che tutto il mondo ci invidia

Giuseppe Verdi nasce il 10 ottobre 1813 a Le Roncole (Parma) e muore il 27 gennaio 1901 a Milano.

Il suo vero nome è Giuseppe Francesco Fortunino Verdi. Il padre Carlo, proprietario di una conosciuta e frequentata locanda, ha come obiettivo primario l’alta cultura di Giuseppe. A quattro anni Pietro Baistrocchi, maestro e organista di Le Roncole, impartisce a Giuseppe lezioni private di latino e d’italiano.

A solo otto anni, grazie agli insegnamenti ricevuti, è Giuseppe a dare lezioni d’organo a pagamento. La precoce attitudine alla musica suscita l’interesse di Antonio Barezzi, un ricco commerciante, fondatore e Direttore dell’Orchestra Filarmonica Bussetana. Il Barezzi decide di appoggiare Giuseppe economicamente, garantendogli il pagamento di tutti gli studi necessari per l’apprendimento dell’arte musicale.

A dieci anni il padre lo iscrive a una sorta di scuola superiore di Busseto, dove, per quattro anni, oltre ad approfondire le conoscenze di latino e d’italiano studia la retorica e le scienze umane.

A sedici anni conclude l’apprendimento dei principi della pratica strumentale e della composizione  musicale con il Maestro Ferdinando Provesi.

Nel 1832 viene bocciato all’esame preliminare per l’iscrizione al Conservatorio di Milano. Non si dà per vinto e comincia delle lezioni private dal Maestro Vincenzo Lavigna, musicista del cembalo alla Scala di Milano. A Milano ha modo di ascoltare i più celebri interpreti del momento e di studiare le opere dei grandi Maestri del passato. In quel periodo conosce Pietro Massini, che è il Direttore della Filarmonica di Milano. Pietro Massini gli affida il ruolo di Direttore delle Prove per alcune opere e lo esorta a comporre la prima opera.

Nel 1834 Giuseppe Verdi ottiene, grazie a Barezzi, il ruolo di  Direttore della Filarmonica di Busseto.

Nel 1835 torna a Milano.

Nel 1836 ottiene un contratto di tre anni come Maestro di Musica di Busseto e sposa Margherita, figlia di Barezzi.

Nel 1837 i due sposi hanno la prima figlia.

Nel 1838 si trasferiscono a Milano, dove hanno il secondo figlio.

Nel 1838 muore la figlia.

Nel 1839 muore il figlio.

Nel 1839 viene rappresentata alla Scala di Milano la sua prima opera: ‘L’Oberto, Conte di San Bonifacio’ che viene replicato per quattordici volte. Il Direttore della Scala, visto il discreto successo, gli offre la possibilità di rappresentare altre tre opere.

Nel 1840, mentre Giuseppe Verdi sta lavorando alla stesura del ‘Un giorno di regno’, la sua adorata moglie muore. La perdita della moglie lo distrugge psicologicamente a tal punto che decide di cessare ogni tipo di attività musicale. A indurlo a non cessare è il Direttore della Scala. che gli consegna il libricino del ‘Nabucco’ per musicarlo.

Nel 1842 il ‘Nabbucco’ viene replicato per ben cinquantasette volte. L’opera ottiene anche il successo internazionale: viene rappresentata a Barcellona, a Lisbona, a Berlino, a Vienna, a New York, ad Amburgo, a Buenos Aires e a Parigi. Nei dieci anni successivi Giuseppe Verdi scrive:

‘Il Corsaro’, ‘’Ernani’, ‘Attila’, ‘Macbeth’, I Lombardi alla prima crociata’, ‘I due foscari’, ‘Alzira’, ‘Giovanna d’Arco’, ‘La battaglia di Legnano’ e ‘I Masnadieri’.

Riesce a rendere proporzionale il suo guadagno alla sua notorietà:  più ha successo, più si fa pagare la nuova opera. Con i lauti guadagni acquista terreni e fa costruire palazzi.

Tra il 1851 e il 1871 Giuseppe Verdi si dedica  principalmente alla gestione delle sue proprietà terriere. La sua produzione operistica ne risente, scrive solo sei opere:

‘Simon Boccanegra’, ‘La Forza del Destino’, Un Ballo in Maschera’, ‘Vepres Siciliennes’, ‘Don Carlos’ e ‘Aida’.

Gli ultimi cinquant’anni del secolo sono per Giuseppe Verdi anni difficili, i gusti del pubblico si spostano su opere prettamente sentimentali.

Ancora una volta, Giuseppe Verdi, non si perde d’animo e trasferisce il proprio interesse alla coltivazione agricola di alcuni suoi terreni.

Nel 1857 ottiene il titolo di Patrizio Sanmarinese.

Nel 1859 in gran segreto sposa Giuseppina Strepponi.

Nel 1862 mette in scena al teatro di Pietroburgo l’opera ‘La forza del destino’. Per questa opera Giuseppe Verdi riceve un compenso di 60.000 franchi più il rimborso di tutte le spese avute per la preparazione dell’opera. La rappresentazione è un successo e Giuseppe Verdi ottiene il titolo di Membro dell’Ordine di San Stanislao.

Nel  1867 Giuseppe Verdi mette in scena ‘Don Carlos’.

Nel 1887 Giuseppe Verdi mette in scena ‘Otello’.

Se è vero che tutto il mondo ci invidia Giuseppe Verdi è altrettanto vero che le sue opere, a centoventuno anni dalla sua morte, sono un “evergreen”. L’esempio sono la ’Triade Verdiana’ (Rigoletto - Il Trovatore - La Traviata), il ‘Nabucco’ e la Aida’.

 

A cura di Flavio Fera

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