SI FILMAVA IN ALMERIA

I villaggi western ricostruiti in Almeria permettono ai visitatori di vivere almeno in parte una realtà vissuta al Cinema e alla Televisione per decenni tramite centinaia di film e telefilm. Il vedere conctretizzate case che sebbene solo all'esterno compongono una parte notevole di un villaggio ben poco notevole rappresenta di certo un'emozione. L'ufficio dello sceriffo, la chiesa, il cimitero, la sala di barbiere, il magazzino e il saloon. Quest'ultimo è l'unico edificio ricostruito anche internamente, provvisto di bancone, scaffali, tavolini nonché dalla adiacente sala ristorante specializzata in cibi western, dal cosiddetto bookshop e dai bagni. Una balconata alla quale si accede da una doppia scala permette di visionare il tutto dall'alto. Sulle pareti in legno sono affisse fotografie di attori e manifesti cinematografici splendidamente illustrati dai maestri italiani degli anni Cinquanta e Sessanta. Il binomio Terence Hill - Bud Spencer è stato correttamente ripristinato mentre in Italia - chi lo sa perché - i due nomi sono stati invertiti; forse perché si attribuiva a Spencer una simpatia maggiore. Le giovani donne presenti nel saloon sono le stesse che di lì a poco: dalle dodici alle tredici, e poi dalle 17,00 alle 18,00 si esibiranno come figuranti per fare da contralto alla performance degli attori uomini. Sono spesso sudamericane: peruviane e colombiane in primis, ma talvolta anche spagnole. Come Alba, che parla correttamente l'italiano perché ha vissuto quattro mesi in Italia, ad Ascoli Piceno, per studiare Storia dell'Arte. Le ragazze: quattro in genere, si esibiscono sul palcoscenico teatrale danzando uno sfrenato can-can, ballo francese messo a punto dalla Francia in quegli anni ed esportato in quelle terre selvagge. Poi parte lo spettacolo vero e proprio, parlato in spagnolo, così come in spagnolo doveva essere recitato sui set dell'Almeria, in una babele di lingue: spagnolo, italiano, inglese, che poi il doppiaggio tanto aborrito da Fabio Fazio e Gabriele Muccino avrebbe innalzato a un ruolo primario. Fuori intanto la polvere delle strade sollevata dal vento del deserto di Tabernas e dagli zoccoli dei cavalli e dei muli riporta con l'anima a un lontano passato nel quale l'Italia eccelleva in un Cinema semplice che trovava riscontro non solo in Italia ma anche in Spagna e nel resto d'Europa e, in seguito, persino negli States, dove Eastwood, Siegel e infine Tarantino avrebbero rivalutato un sottogenere negletto dai critici di casa nostra.
Questo tipo di cinema è impossibile da resuscitare, perché l'epoca è mutata e la semplicità di allora ci appare come la stupidità di adesso. Chandler affermava che crescendo si diventa complicati, e un certo genere di cose non può più essere riproposto. Ma rivisto sì, per cui godiamoci le cose prodotte in quel passato ormai trapassato. 

Antonio Mecca

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