Sulla natura del popolo portoghese
Di Fernando Pessoa
A cura di Antonio Cardiello
La nostra crisi deriva, semplicemente, dall’eccesso di civiltà degli incivilizzabili. Questa frase, come tutte quelle che includono una contraddizione, non sottende alcuna contraddizione. L’eccesso – l’aspirazione smisurata sebbene lucida, l’ansia indefinita tesa costantemente al non farsi mai definire – costituisce il carattere distintivo del popolo portoghese, ciò che è essenzialmente - profondamente. Cerchiamo di capirci bene rispetto a questo eccesso. Tutti i popoli sono naturalmente eccessivi nelle qualità che li contraddistinguono; ma ciò lo si deve non al fatto di essere eccessivi, ma al possedere alcune qualità distintamente, accentuatamente, per questo spesso le possiedono in eccesso. L’eccesso del portoghese è, invece, un eccesso vuoto, un mero eccesso, un eccesso puro. Il popolo portoghese non ha qualità: ha solo eccessi. Il temperamento portoghese è la mancanza di un temperamento; e, al di là di questo, è eccessivo. Il portoghese è plastico, amorfo, indefinito, incerto. Di suo ha solo il non avere nulla di suo; al di là di questo, possiede l’eccesso. L’eccesso di che, in definitiva? L’eccesso di nulla, il puro eccesso, l’eccesso di se stesso, dell’astrazione dell’essere.
Ogni iberico è, in realtà, essenzialmente eccessivo; ma lo spagnolo lo è esteriormente, soltanto dal punto di vista espressivo (da cui la nota esagerazione), il portoghese lo è, soprattutto, interiormente. Eccediamo meno con le parole rispetto allo spagnolo tipico; è nei sentimenti che siamo tipicamente smisurati.
Qual’è la causa di questo temperamento? Non lo so. Non conoscere la causa reale di qualunque cosa è una delle virtù della scienza. Il sud-estismo assoluto potrebbe forse spiegare la nostra situazione, che è allo stesso tempo assolutamente meridionale e assolutamente atlantica. Se non è questa la spiegazione, lo sarà senza dubbio un’altra.
Essendo così organicamente eccessivi e smisurati, accade che, sentendoci a nostro agio solo nell’eccesso, dove gli altri perdono l’equilibrio, noi lo raggiungiamo. Cos’è l’eccesso nelle sue manifestazioni? L’universale che trascende tutte le differenze; il sintetico che fonde tutte le cose per possederle; l’illimitato che ha dentro di sé l’alimento perpetuo della sua perpetua ansia. Il portoghese è per temperamento antitradizionalista, anti-portoghese. Il portoghese è assolutamente antagonista, come del resto ogni iberico, allo spirito latino, prerogativa esclusiva di Italia e Francia, e che dai Pirenei fino a noi non ha ragione d’essere. Una delle tristi ironie del destino – sempre ironico perché la Provvidenza è immorale - è che uno dei popoli meno cattolici del mondo sia diventato vassallo del cattolicesimo.