ALESSANDRO PANCOTTI
Cortile di altri tempi
Lo so, ti è scomodo leggermi adesso
e certo le mie poesie non si fanno trovare.
Ma ricordi, quella notte a parlare
sul divano prima, dopocena poi, sul letto
e alla mattina presto, sudati, il bacio
automatico. La pelle
le finestre socchiuse già calde, quelle vocine
salire dal cortile, le mamme,
uscire: gli ultimi giorni di scuola? Ti ho chiesto
sorridendo, ma c’è un asilo?
(deposta. piano ti addormentavi. - felice?
Con tutte le tue rose sbocciate, colombine
[ addosso incise
e Betty Boop laggiù, poverina, soffocata dal
[ lenzuolo).
Ho tenuto il cancello aperto a un bambinetto
e mi sono accorto di quell’altezza, lassù
gli spuntoni, mamma mia
Che un’altra sera,
la misura del mio arrampicare, salto
per entrare, e un paio di jeans
da buttare.
Poca cosa in fondo
per un improvvisato Romeo
di metà giugno.
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