In questi ultimi decenni alcune
scoperte archeologiche e acute indagini hanno potuto confermare che nel
mediterraneo orientale -dall'Asia Minore con Rodi e Cipro, lungo le
coste della Siria, della Fenicia e della Palestina sino all'Egitto- un
complesso di civiltà, anche letteraria già dal XIV secolo A.C. che si
mostrano unificate culturalmente e con il quale il mondo greco ha avuto
sicuramente contatto. Ma intatta rimane la originale, solitaria e
rivoluzionaria grandezza poetica di Omero di fronte a tutto ciò che
quelle culture avevo prodotto.
Se quindi vogliamo parlare in termini di poesia, Omero resta e resterà il primo poeta greco.
ILIADE
Canta, o dea, l'ira funesta di Achille figlio di Peleo,
che cagionò dolori infiniti agli Achei e molte
scagliò giù nell'Ade anime forti di eroi,
e i corpi diede in preda ai cani e agli uccelli tutti.
E si compiva il volere di Zeus, da quando
primanente si affrontarono, venuti a contesa,
l'Atride signore di guerrieri e il divino Achille.
E qual mai dio li spinse, discordi, a contesa?
Il figlio di Latona e di Zeus: sdegnato col re,
suscitò peste maligna nel campo e perivano le genti
perché l'Atride aveva oltraggiato il sacerdote Crise.
E venne costui alle celeri navi degli Achei,
per riscattare sua figlia con doni innumerevoli;
e reggeva nelle mani le bende di Apollo lungisaettante
intorno allo scettro d'oro, e supplicava gli Achei tutti
e i due Atridi più ancora, reggitori di popoli:
" O Atridi, e voi tutti Achei dai belli schinieri,
a voi concedano gli dèi, che abitano i palati dell'Olimpo,
di abbattere la città di Priamo e tornare felicemente in Patria.
Ma liberate mia figlia e accettate i doni,
rispettosi di Apollo lungisaettante, figlio di Zeus! "