Firmato al Palazzo Reale l'Urban Food Policy Pact
- 16 ottobre 2015 Cronaca
Stipulato da 113 città nel mondo un patto contro lo spreco di cibo, la fame e la denutrizione
Stime attendibili riferiscono che già più del 50% della popolazione mondiale viva in città e, entro il 2050, più di 6 miliardi di persone si saranno trasferite in un agglomerato urbano. Le metropoli ricopriranno un ruolo politico ed economico sempre più strategico, dovendo impegnarsi per assicurare a tutti il diritto a un’alimentazione sana, senza mettere a rischio il futuro del Pianeta.
Per usare le parole del primo cittadino di Milano, è necessario un impegno solenne che comporta azioni concrete a livello locale per contribuire a risolvere emergenze globali quali la fame e la denutrizione e trovare risposte a fenomeni inaccettabili come lo spreco di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno.
L'idea di un patto, per delle politiche alimentari urbane sostenibili, nasce da una proposta del sindaco di Milano in occasione del Summit C40 di Johannesburg e si indirizzava inizialmente ai sindaci di 40 megalopoli sparse per il globo. All'incontro partecipavano anche il commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo e quello per la salute e la sicurezza alimentare nonché il sindaco di Torino e presidente Anci Piero Fassino, che ha garantito l'adesione dei comuni italiani a questa iniziativa.
Lo scopo perseguito dal Milan Urban Food Policy Pact è di dare vita a una rete di città impegnate a realizzare politiche alimentari sostenibili, anche attraverso lo scambio di idee e suggerimenti su come affrontare concretamente problemi comuni.
Tra le città più all'avanguardia nell'implementazione di questo progetto ci sono Barcellona, con i suoi 39 mercati coperti ecologici e Mosca che, come affermato dal suo sindaco, è molto attenta a mantenere un livello accettabile dei prezzi del cibo nonché a creare le giuste condizioni per la produzione e la distribuzione dei generi alimentari.
Questo Patto offre l’opportunità di lavorare insieme: organizzazioni internazionali, amministrazioni, società civile e settore privato devono unire gli sforzi per costruire uno sviluppo sostenibile. Possiamo essere la prima generazione a Fame Zero - chiosa in conclusione il presidente della Fao, José Graziano da Silva.
Nicolò Canziani