Il Premier Renzi ha idee chiare in merito ai diritti dell' Italia e di Milano a ospitare Eba ed Ema
- 05 luglio 2016 Cronaca
Colombo Clerici: Si tratta di una questione politica e non di organizzazione della funzione o del servizio.
E' noto che sono italiani i vertici di Eba-Autorità bancaria europea e di Ema-Agenzia europea per i medicinali che, dopo Brexit, dovranno lasciare Londra: si tratta del presidente di Eba Andrea Enria e di Guido Rasi, direttore generale di Ema.
Una carta in più in mano a Giuseppe Sala, sindaco di Milano, che mercoledì a Londra, forte dell'appoggio del Premier Matteo Renzi, avvierà le trattative per il trasferimento a Milano di almeno una delle importanti istituzioni.
I concorrenti sono molti: Madrid, Parigi, Francoforte, Amsterdam, Vienna, addirittura Varsavia.
Non è una questione logistica o di attrezzatura della funzione o del servizio quella di cui stiamo parlando, altrimenti come si spiegherebbe l’assurdità degli uffici dell’Unione divisi tra Bruxelles e Lussemburgo, ovvero il precedente stesso degli uffici finanziari e farmaceutici divisi tra Londra e le due città continentali citate, – afferma Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia – è una questione politica di fondo. L'Italia è la cenerentola europea nell'assegnazione delle sedi degli organismi che gestiscono l’Unione. Siamo il terzo contribuente netto nel finanziamento della UE dopo Germania e Francia e poi constatiamo che le sedi dell'Europa si trovano in numero sproporzionato in stati che contribuiscono in modo minore al finanziamento dell’Unione: Belgio, Lussemburgo, Olanda ecc. La collocazione a Milano di almeno una delle agenzie citate ne rappresenterebbe il logico riconoscimento e senz'altro un "passaggio" di equità distributiva all'interno dell'Unione.