Il Premier Renzi ha idee chiare in merito ai diritti dell' Italia e di Milano a ospitare Eba ed Ema

Colombo Clerici: Si tratta di una questione politica e non di organizzazione della funzione o del servizio.

E' noto che sono italiani i vertici di Eba-Autorità bancaria europea e di Ema-Agenzia europea per i medicinali che, dopo Brexit, dovranno lasciare Londra: si tratta del presidente di Eba Andrea Enria e di Guido Rasi, direttore generale di Ema. 
Una carta in più in mano a Giuseppe Sala, sindaco di Milano, che mercoledì a Londra, forte dell'appoggio del Premier Matteo Renzi,  avvierà le trattative per il trasferimento a Milano di almeno una delle importanti istituzioni.
I concorrenti sono molti: Madrid, Parigi, Francoforte, Amsterdam, Vienna, addirittura Varsavia. 
Non è una questione logistica o di attrezzatura della funzione o del servizio quella di cui stiamo parlando, altrimenti come si spiegherebbe l’assurdità degli uffici dell’Unione divisi tra Bruxelles e Lussemburgo,  ovvero il precedente stesso degli uffici finanziari e farmaceutici divisi tra Londra e le due città continentali citate,  – afferma Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia – è una questione politica di fondo. L'Italia è la cenerentola europea nell'assegnazione delle sedi degli organismi che gestiscono l’Unione. Siamo il terzo contribuente netto nel finanziamento della UE dopo Germania e Francia e poi constatiamo che le sedi dell'Europa si trovano in numero sproporzionato in stati che contribuiscono in modo minore al finanziamento dell’Unione: Belgio, Lussemburgo, Olanda ecc. La collocazione a Milano di almeno una delle agenzie citate ne rappresenterebbe il logico riconoscimento e senz'altro un "passaggio" di equità distributiva all'interno dell'Unione.

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