MARCHIONDI CHI?

Dopo un oblio durato un decennio, durante il quale è accaduto un po’ di tutto, si torna a parlare dell’ex Istituto Marchiondi, esposto al MoMA di New York. Ma che Milano ha abbandonato a se stesso, come il Cavallo di Leonardo ... Adesso, sembra se ne occuperà il Ministro Bonisoli

L’Istituto Marchiondi (verrebbe da dire “Marchiondi chi?”), realizzato in quel di Baggio a metà degli anni ’50 su progetto di Vittoriano Viganò, coniugando un’architettura innovativa (“brutalista”, accolta tra i capolavori del Novecento) con una concezione educativa nuova, che l’architetto sintetizza nella mancanza di muri (“I ragazzi non scappano”, titolò Bruno Zevi per L’Espresso nel marzo del 1958), ha cessato la sua attività nell’ormai lontano 1984. Ne abbiamo scritto con Romano Ranaldi in vista dell’apertura dell’Expo (La Zona Milano, marzo 2015). Ciò, più in particolare, in relazione al fatto che il New York Times indicava Milano come la città da visitare nel 2015 e alla previsione che dagli Stati Uniti sarebbero arrivati circa 700mila visitatori, nonché all’iniziativa “Piacere Milano” (progetto "la Mappa") per far scoprire nuovi itinerari cittadini lontani e diversi dalle rotte e dalle mete dei percorsi turistici tradizionali.
Marchiondi, Cavallo di Leonardo... - Nello specifico, osservavamo che magari qualche statunitense era stato al MoMA-Museum of Modern Art di New York e, nell’occasione, poteva anche aver visto il plastico dell’Istituto Marchiondi. Quindi, una volta a Milano, forse avrebbe avuto il piacere di effettuare una visita “dal vero”. In particolare, scrivevamo: «Quale migliore occasione, quindi, dopo aver visitato lo Stadio, il “Cavallo di Leonardo” al Galoppatoio, dato magari un’occhiata alla Chiesa Vecchia di Baggio, quella di vedere il Marchiondi dal vero?». Ma,  aggiungevamo anche: «Siamo preparati a questa possibilità? Certo, i tempi sono quelli che sono e non si può pensare di ristrutturare il Marchiondi. Ma, renderlo visibile, magari anche con illustrazioni, pannelli... oltre ai newyorkesi, potrebbe servire anche ai baggesi».
Adesso se ne sta ritornando a parlare e sembra che se ne occuperà il ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli.
“Fermata stadio San Siro - Cavallo di Leonardo” - Trascorsi quattro anni da allora, possiamo dire che Milano è supervisitata dai turisti, ma che tutti lamentano che il Cavallo di Leonardo non è visitato da nessuno, mentre l’attiguo Museo dello Stadio ha totalizzato 74mila visitatori nel solo bimestre giugno-luglio 2018 (ma, va da sé: non c’è una freccia che indichi ai “sansiresi” che 100 metri più in là dello Stadio possono vedere la più grande statua equestre del mondo e neppure nella Metroplitana 5 una vocina che dica “Fermata San Siro Stadio - Cavallo di Leonardo”. Troppo difficile? Poi, dato che siamo in tema Expo, così, per completezza d’informazione, evidenziamo che anche i 1.500 posti del Parcheggio di Via Novara (denominato chissà perché Tenno, ma è vicino a Figino) dall’1 novembre 2015 continuano a essere  regolarmente custoditi, illuminati e... inutilizzati!
Municipio 7 - Intanto, il Municipio 7 che dovrebbe occuparsi di queste cose “periferiche”, anche perché non se ne occupa nessun altro, come tutti gli altri Municipi, continua a non avere poteri esecutivi e le periferie aspettano, aspettano, aspettano... Ma, sono passati esattamente 50 anni da quel 1969, quando entrarono in vigore i Consigli di Zona, ma rimasti enti vuoti! Cosa c’è da aspettare ancora? Come si fa a non capire che se non c’è una forte amministrazione comunale sul territorio, i problemi delle periferie non  troveranno mai soluzione?
La periferia dei 100 borghi e quartieri - Intanto, in questa nostra Milano dalle molteplici opportunità, ma anche delle diverse velocità, dei grattacieli che svettano e delle case popolari che arrancano, continuano a rimanere in ombra monumenti come la Certosa di Milano in Garegnano, Villa Clerici a Niguarda, l’Abbazia di Chiaravalle, solo per citarne alcuni. Il tutto anche nel contesto di una certa frammentazione di indirizzi e azioni. In proposito, però, inizia a prendere corpo un’iniziativa dal basso di dimensione e rilievo cittadini. L’obiettivo è di non dimenticare nessuno dei 100 Borghi e Quartieri della periferia milanese. Ciò, intrecciando anche interessanti e possibili sinergie (istituzioni, associazioni, università, imprenditoria). Ma svilupperemo l’argomento prossimamente.
Walter Cherubini
Centro studi ConMilanoOvest-CPM

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