Un mezzanino della metropolitana

Un ballo per sconfiggere il degrado
Da cupo vespasiano a luogo per musica e danza

Linea uno della metropolitana. Fermata di Porta Venezia. Mezzanino di collegamento tra gli ingressi di Piazza Oberdan e Viale Tunisia: un enorme e cupo vespasiano sotterraneo. Chiunque lo percorra non può non tapparsi il naso per i pungenti miasmi di urina che lo pervadono.
Fino a circa la metà degli anni ’80 quegli spazi erano occupati da negozi; le piastrelle che si stagliano nella parte centrale sono gli unici elementi rimasti a farne presupporre l’esistenza.
Gli anni sono passati; le generazioni pure. Ma quell’ampio corridoio interrato è rimasto tale e quale: vuoto e fatiscente. Ignorato da tutte le amministrazioni comunali e fulgido esempio di concreta equità partitica, sembrava destinato a mantenere il lugubre aspetto di un film fantasociologico come “I guerrieri della notte”.
Ma da qualche anno alcuni cittadini hanno compiuto un piccolo e forse involontario miracolo. Se ne sono riappropriati, restituendolo a Milano con la più antica delle espressioni artistiche del corpo umano: la danza.
Giovani, per lo più adolescenti di origine filippina e sudamericana, si ritrovano ogni sabato pomeriggio per ballare in quel vasto buco dimenticato da tutti, rendendolo caldo e gioioso.
Comuni ragazzini, con la loro musica, le loro coreografie e il loro fresco entusiasmo, son riusciti dove noi adulti, ponderati, pianificatori e sostanzialmente letargici, abbiamo sempre fallito.
La persone si fermano incuriosite e talvolta parte un applauso. Tra queste ci sono anche alcuni stranieri che scattano spesso una foto ricordo. Il ballo è talmente contagioso che non è inusuale vedere ogni tanto uno degli spettatori accennare qualche ardito movimento di bacino… Chi è colpevole alzi la mano!
Ci sono già tutti gli elementi per una soluzione semplice e affatto dispendiosa a questa annosa situazione di incuria. Lasciamo quegli spazi ai giovani perché a loro, e solo a loro, va il merito di aver riportato la luce nell’oscurità del sottosuolo cittadino. Anzi, regolamentiamoli in modo che non solo il sabato ma in ogni giorno della settimana chiunque, oltre a loro, possa usufruirne per danzare, fare musica o leggere poesie, brevi racconti. Un lugubre e anonimo passaggio sotterraneo, trasformato in un festoso punto di incontro per i milanesi e in un’inusuale, piacevole ricordo per i turisti.
Qualcuno ha tentato di affibbiar la responsabilità di bottiglie abbandonate e minzioni spudorate ai ragazzi: una piccola mancanza di attenzione. La piazza Oberdan sovrastante è da anni un punto di ritrovo per numerosi buontemponi, tutti adulti, che per liberarsi delle cospicue quantità di alcool ingurgitate in superficie, scendono nel sottosuolo. I giovani ballano; gli adulti insozzano.
Nel 2013 circolò un video molto particolare. Durante un pattugliamento ad Hebron in Cisgiordania, alcuni militari israeliani, attirati dalla musica proveniente da una discoteca, si misero a ballare insieme ai giovani palestinesi. Ne scaturì un’inchiesta e i soldati furono tutti sospesi; una decisione necessaria in quella terra martoriata.
Personalmente io vidi solo dei ventenni con tanta voglia di divertirsi. Se dei semplici ragazzi sono riusciti, anche solo per un attimo, a far cessare quell'infinito conflitto, armati unicamente con la loro gioia di vivere, figuriamoci cosa potrebbero fare per un ordinario e miserabile caso di trascuratezza urbana come questo. Lasciamoli ballare e il degrado generato dagli adulti sparirà di conseguenza.
R.R.

Proverbi Milanesi

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni

El Pret de Ratanà

EDB Edizioni