Virgilio Savona
- 04 giugno 2017 Cronaca
Palermitano di nascita, romano di crescita, milanese di adozione Antonio Virgilio Savona nasce a Palermo il 21 dicembre 1919, ma di lì a poco la sua famiglia si trasferisce a Roma. Nel 1926: anno di nascita del grande scrittore americano Ed McBain, inizia a studiare pianoforte, due anni dopo entra a far parte di un coro e all'ancora tenera età di dieci anni esordisce alla radio suonando appunto il piano, che perfezionerà dopo il liceo entrando al Conservatorio di Santa Cecilia. Nel 1940 ha modo di conoscere un quartetto musicale auto denominatosi EGIE, acronimo dei nomi dei componenti del gruppo: Enrico (Gentile), Giovanni (Giacobetti), Iacopo (Jacomelli), Enrico (De Angelis), quest'ultimo figlio di Gualtiero, grande doppiatore e voce storica di James Stewart, e Cary Grant, attore questo che Chandler avrebbe visto volentieri come interprete cinematografico del suo Marlowe. Dapprima Savona diventa loro maestro di musica, quindi con l'abbandono di Jacomelli subentra al suo posto e il nome del gruppo viene cambiato per l'occasione in Quartetto Ritmo. Su sollecitazione di Tata Giacobetti (Tata: babbo in romanesco, soprannome dato nella seconda metà del Settecento al benefattore Giovanni Borgi, fondatore dell'ospizio della S.S. Assunta) il quale propone a Virgilio di musicare alcuni suoi testi, Savona inizia a comporre alcune delle sue prime canzoni. Di lì a poco anche Enrico Gentile lascerà la formazione e il suo posto rimasto vacante verrà occupato da un bravo e simpatico cantante originario di Fondi, paese della Ciociaria: Felice Chiusano. Nel frattempo Virgilio ha conosciuto una ragazza sua coetanea: Lucia Mannucci, nativa di Bologna, graziosissima e provvista di una voce bellissima. Di lì a poco Lucia e Virgilio che già nei loro nomi sembrano racchiudere una storia da romanzo sentimentale del passato finirono per innamorarsi e, non molto tempo dopo il loro primo incontro convolarono a nozze, precisamente il 19 agosto 1944 nella chiesa milanese di San Carlo. Forse per questo quando due anni dopo nascerà il loro figlio, gli metteranno nome Carlo. Nel 1947 De Angelis decide a sua volta di lasciare il gruppo, e così al suo posto vi entra Lucia. Ancora una volta il nome del quartetto è stato nel frattempo cambiato: in Cetra, come l'omonimo strumento a quattro corde di cui i quattro componenti del gruppo sono l'umana trasposizione. I due neosposi decidono di trasferirsi a Milano, andando ad abitare dapprima in corso San Gottardo, zona Navigli, e poi in via Vincenzo Monti, zona parco Sempione. Il successo del Quartetto Cetra sale sempre più, dividendosi tra incisioni in sala di registrazione, partecipazioni radiofoniche, televisive, teatrali, pubblicitarie. Oltre la metà del loro vastissimo repertorio è opera del duo Giacobetti-Savona, mentre l'altra metà comprende canzoni scritte con Gorni Kramer e altri bravi compositori dell'epoca nonché tratte dal repertorio americano. Qualche titolo: la stupenda "I ricordi della sera", "Donna", "Raggio di sole", "Concertino", "In un vecchio palco della Scala", "Nella vecchia fattoria", "Vecchia America". I quattro erano artisti a tutto tondo, che non si limitavano a cantare ma anche a interpretare: come attori provetti, le canzoni eseguite. Ognuno aveva uno spazio proprio, per poi far confluire la sua voce in quella degli altri al pari di torrenti impetuosi che insieme formano un fiume il quale reca in sé pepite d'oro. Il culmine il Quartetto Cetra lo raggiunse nella prima metà degli anni '60 con Studio Uno prima e Biblioteca di Studio Uno poi, quando vennero costruite su di loro le parodie di alcuni famosi capolavori della letteratura mondiale quali "Il conte di Montecristo", "I tre moschettieri", "L'Odissea", "Via col vento" (che forse quest'ultimo il professorone di Rai Tre non avrà giudicato "un polpettone storico noiosissimo"). Ciascuno di loro si rivelò per l'occasione anche un bravo attore, raggiungendo il vertice del successo perché provvisto di una solida base che moltiplicata per l'altezza raggiunta ne farà ottenere un'area limitata solo a loro e pur se imitata mai raggiunta. Il decennio dei dorati Sessanta fu il prosieguo del boom di casa nostra, ma una volta che l'oro sovrapposto si fu disperso rivelando il piombo sottostante, ecco gli anni omonimi e con la fine del decennio il "Bum" di cosa nostra e gentili alleati, culminato il 12 dicembre del 1969 con la bomba alla banca nazionale dell'agricoltura di piazza Fontana e la morte di 16 persone. Da allora Virgilio Savona cominciò a intensificare il proprio percorso parallelo di musicista impegnato inserendo nel repertorio del Quartetto brani come "Angela", su testo di Giacobetti, canzone dedicata all'attivista comunista afro-americana Angela Davis, oppure producendo album quali "Sexus et politica" per Giorgio Gaber o "È lunga la strada", rispettivamente del 1970 e 1972. Il Quartetto terminerà la sua attività alla fine del 1988, quando a dicembre Tata Giacobetti improvvisamente morirà all'età di 66 anni; a lui seguirà poco più di un anno dopo, nel febbraio del 1990, Felice Chiusano. Virgilio Savona allora si metterà a scrivere la biografia del Quartetto, che uscirà nel 1992, e inoltre comporrà due album di canzoni nel proprio studio di casa, con l'ausilio del computer e senza una voce cantante. Sarà, questo suo, un ritorno alle origini, dove solo la musica era protagonista assoluta nonché assolata, perché a metterla in ombra non c'era nessuna voce seppur gradevole. Se ai tre figli dei componenti del gruppo: una femmina e due maschi, si fosse aggiunto un altro figlio si sarebbe magari potuto riformare il Quartetto come una sorta di Cetra elettronica, in grado di rinverdire un repertorio antico ma sempre valido, di cui Virgilio Savona fu l'indiscusso leader. Autore non solo di canzoni ma anche sceneggiatore di programmi radiofonici, televisivi, teatrali, Savona può considerarsi a pieno titolo uno scrittore a 360°.
Antonio Mecca