18 RACCONTI 12 AUTORI
- 15 gennaio 2024 Cultura
Diciotto non è soltanto il numero che segna l'ingresso nella maggiore età, ma anche il titolo: "18 racconti 12 autori" del recente libro pubblicato dalla EDB Edizioni di Enzo De Bernardis, il quale vede dodici autori cimentarsi con diciotto racconti - chi con uno soltanto, chi con due, e chi invece con più di due. Otto donne e quattro uomini, taluni avvezzi nelle storie poliziesche, ma che per l'occasione hanno appeso al chiodo l'arma con la quale erano soliti uccidere o far uccidere i criminali per dedicarsi a vicende prive del nero consueto per stabilizzarsi sul grigio che l'esistenza spesso comporta.
Il libro: 112 pagine ben stampate e chiare da leggere, scorre via con facilità e, aggiungerei, con felicità, perché quando la lettura non trova intralci è piacevole abbandonarcisi, grati agli scrittori che hanno prodotto i racconti per la gioia e l'interesse che hanno saputo instillare nei lettori. Tutti e diciotto i racconti sono ambientati in Italia, taluni o parte di questi in località meravigliose quali Venezia e Verona, che fanno dire ai più sensibili fra noi quanto siamo fortunati a vivere in questo autentico paradiso terrestre, un paradiso concepito dalla mano di Dio e concupito da molti stranieri che spesso vengono in visita temporaneamente e alcuni finiscono per stabilircisi definitivamente.
I racconti qui raccolti: generalmente di quattro-cinque pagine, si biforcano nella doppia direzione dell'autobiografismo e in quella del calarsi nei panni dei personaggi esterni ma senza avere la lingua biforcuta che gli indiani d'America attribuivano a molti bianchi. L'arte del racconto, soprattutto in Italia, non conobbe un grande successo; eppure è un peccato, perché saper narrare in poche pagine determinate vicende, non è da tutti. Se pensiamo che nel mondo molti racconti hanno conosciuto il loro giusto successo - Fitzgerald, Chandler, Christie, Parker, Maupassant e: qui da noi, Guareschi, Verga, Pirandello - possiamo ben sperare che anche ora ci sia lo spazio per ospitare queste short-stories che più che short sono stories e basta.
Antonio Mecca