ACCADDE IL 10 LUGLIO
- 10 luglio 2023 Cultura
10
luglio 1976
Disastro
diossina a Seveso
Il disastro di
Seveso è il nome con cui si ricorda l'incidente, avvenuto il 10
luglio 1976 nell'azienda ICMESA di Meda,
che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube della diossina TCDD, una sostanza artificiale fra le più
tossiche. Il veleno investì una vasta area di terreni dei comuni limitrofi
della bassa Brianza,
particolarmente quello di Seveso.
Il disastro, che ebbe notevole
risonanza pubblica e a livello europeo, portò alla creazione della direttiva
82/501/CEE nota anche come direttiva
Seveso. Si trattò del primo evento nel quale la diossina era uscita
da una fabbrica e aveva colpito la popolazione e l'ambiente circostante.
Secondo una classifica del 2010 del periodico Time, l'incidente è
all'ottavo posto tra i peggiori disastri ambientali della storia. Il sito
americano CBS ha
inserito il disastro tra le 12 peggiori catastrofi umane ambientali di sempre.
Verso le 12:28 di sabato
10 luglio 1976, nello stabilimento della società ICMESA sito nel territorio del
comune di Meda, al confine con quello di Seveso,
il sistema di controllo di un reattore
chimico destinato alla produzione di triclorofenolo,
un componente di diversi diserbanti, andò in avaria e la temperatura salì oltre
i limiti previsti. La causa prima fu probabilmente l'arresto volontario della
lavorazione senza che fosse azionato il raffreddamento della massa, e quindi
senza contrastare l'esotermicità della reazione, aggravato dal
fatto che nel processo di produzione l'acidificazione del prodotto veniva fatta
dopo la distillazione, e non prima.
L'esplosione del reattore
venne evitata dall'apertura delle valvole di sicurezza, ma l'alta temperatura
raggiunta aveva causato una modifica della reazione che comportò una massiccia
formazione di 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD), sostanza
comunemente nota come diossina, una delle sostanze chimiche più tossiche. La
TCDD fuoriuscì nell'aria in quantità non definita e venne trasportata dal vento
verso sud-est[3].
Si formò quindi una nube tossica, che colpì i comuni di Meda, Seveso, Cesano
Maderno, Limbiate e Desio. Il comune
maggiormente colpito fu Seveso, in quanto situato immediatamente a sud della fabbrica.
Le prime avvisaglie furono un
odore acre e infiammazioni agli occhi. Solo dopo sette giorni la notizia
apparve sui giornali. Il territorio di Seveso a
ridosso dell'ICMESA fu suddiviso in tre zone a decrescente livello di
contaminazione sulla base delle concentrazioni di TCDD nel suolo: zona A
(suddivisa in 7 sotto- zone), B, e R. Le abitazioni comprese nella zona A, la
più colpita, furono divise nelle sotto-zone A1-A5. Non vi furono morti, ma 676
sfollati tra il 26 luglio e il 2 agosto, che vennero provvisoriamente collocati
in due hotel nel milanese, uno a Bruzzano e uno ad Assago. La maggior parte di
loro sarebbero rientrati nelle loro case bonificate tra ottobre e dicembre
1977, mentre 41 famiglie non poterono tornare perché le loro case vennero
distrutte. Sarebbero state ricostruite negli anni seguenti. Inoltre circa 240
persone vennero colpite da cloracne,
una dermatosi provocata
dall'esposizione al cloro e ai suoi derivati, che crea lesioni e cisti
sebacee.