ACCADDE IL 30 MARZO
- 30 marzo 2023 Cultura
30 marzo 1282 - Vespri siciliani
I Vespri siciliani furono una ribellione scoppiata a Palermo all'ora dei vespri di Lunedì dell'Angelo nel 1282. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi dell'isola, gli Angioini, avvertiti come oppressori stranieri. Da Palermo i moti si sparsero presto all'intera Sicilia e ne espulsero la presenza francese. La ribellione diede avvio a una serie di guerre, chiamate "guerre del Vespro" per il controllo della Sicilia, che si conclusero definitivamente con il trattato di Avignone del 1372.
Tutto ebbe inizio in concomitanza con la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1282, lunedì dell'Angelo, sul sagrato della chiesa del Santo Spirito, a Palermo.
A
generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la
reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese,
tale Drouet,
che si era rivolto in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna
accompagnata dal consorte, mettendole le mani addosso con il pretesto
di doverla perquisire.
A
difesa di sua moglie, lo sposo riuscì a sottrarre la spada al
soldato francese e a ucciderlo. Tale gesto costituì la scintilla che
dette inizio alla rivolta.
Nel corso della serata e della notte
che ne seguì i palermitani - al grido di "Mora,
mora!" -
si abbandonarono a una vera e propria "caccia
ai francesi" che
dilagò in breve tempo in tutta l'isola, trasformandosi in una
carneficina. I pochi francesi che sopravvissero al massacro vi
riuscirono rifugiandosi nelle loro navi, attraccate lungo la costa.
Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso a uno shibboleth, mostrando loro dei ceci («cìciri», nella lingua siciliana) e chiedendo di pronunziarne il nome; quelli che venivano traditi dalla loro pronuncia francese (sciscirì), venivano immediatamente uccisi.
«Se
mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non
avesse
mosso Palermo a gridar: "Mora, mora!".»
(Dante, Divina
Commedia, canto
VIII del Paradiso)