ACCADDE IL 4 FEBBRAIO
- 04 febbraio 2023 Cultura

4 febbraio 1966 - Viene soppresso l'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum), un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1558 per opera della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione (o Sant'Uffizio), sotto Paolo IV;
L'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum) fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1559 da papa Paolo IV. L'elenco fu tenuto aggiornato fino alla metà del XX secolo e fu soppresso dalla Congregazione per la dottrina della fede il 4 febbraio del 1966. Dal 1571 al 1917 il compito della compilazione del catalogo dei libri proibiti fu di competenza della Congregazione dell'Indice.
Sin dalle sue origini le lotte della Chiesa contro le eresie comportarono la proibizione di leggere o conservare opere considerate eretiche. Il primo Indice, detto "Indice Paolino", fu promulgato con un decreto affisso a Roma il 30 dicembre 1558. Il decreto dell'Inquisizione romana prescriveva, pena la scomunica. Il secondo elenco (Indice Tridentino o Index librorum prohibitorum a Summo Pontifice) venne pubblicato durante l'ultima sessione (la XXV) del Concilio di Trento. Recependo un'indicazione del Concilio, papa Pio IV (1559-1565) fece rivedere e aggiornare l'Indice e il 24 marzo 1564 pubblicò la costituzione Dominici gregis custodiae, con la quale approvò il nuovo Indice proibendo la lettura dei libri ivi contenuti. A differenza dell'Indice Paolino, l'Indice Tridentino venne applicato in quasi tutta l'Italia e in gran parte dell'Europa. Oltre a quello della Congregazione, Indici particolari continuarono a venir redatti anche dalla Santa Inquisizione sotto i pontefici successivi. A partire dal 1917 le competenze per la compilazione e l'aggiornamento dell'indice tornarono all'Inquisizione (ribattezzata nel 1908 Sant'Uffizio).
Nei suoi quattro secoli di vita, l'Indice venne aggiornato almeno venti volte (l'ultima volta nel 1959: Index Additus Librorum Prohibitorum, typis polyglottis vaticanis) e fu definitivamente abrogato in seguito alle riforme del Concilio Vaticano II, il 15 novembre 1966, sotto papa Paolo VI.
Secondo il diritto canonico, le forme di controllo sulle opere a stampa dovevano essere principalmente due: la prima, di approvazione, volta a concedere il classico imprimatur ai libri redatti da cattolici su tematiche riguardanti la morale o la fede; una seconda, di condanna, per volumi che si ritiene mettano in circolazione idee erronee: quest'ultima prevedeva l'inserimento di tali opere nell'Indice.
L'elenco dell'Indice comprende nomi della letteratura, della scienza e, della storiografia e della filosofia, fra gli altri: Francesco Bacone, Honoré de Balzac, Henri Bergson, George Berkeley, Cartesio, D'Alembert, Simone De Beauvoir, Daniel Defoe, Denis Diderot, Alexandre Dumas (padre) e Alexandre Dumas (figlio), Gustave Flaubert, Ferdinand Gregorovius, Thomas Hobbes, Victor Hugo, David Hume, Immanuel Kant, Jean de La Fontaine, Ernst von Lasaulx, John Locke, Montaigne, Montesquieu, Blaise Pascal, Pierre-Joseph Proudhon, Jean-Jacques Rousseau, George Sand, Spinoza, Stendhal, Voltaire, Émile Zola.
Tra
gli italiani - scienziati, filosofi, pensatori, poeti, economisti,
storiografi - vi sono Vittorio
Alfieri, Pietro
Aretino, Cesare
Beccaria, Ernesto
Buonaiuti, Giordano
Bruno, Benedetto
Croce, Gabriele
D'Annunzio, Antonio
Fogazzaro, Ugo
Foscolo, Galileo
Galilei, Giovanni
Gentile, Giulio
Cesare Vanini, Pietro
Giannone, Vincenzo
Gioberti, Francesco
Guicciardini, Giacomo
Leopardi, Niccolò
Machiavelli, Giovan
Battista Marino,
Enea Silvio Piccolomini (papa
Pio II), Antonio
Rosmini, Girolamo
Savonarola, Luigi
Settembrini, Niccolò
Tommaseo, Pietro
Siciliani, Pietro
Verri.
Tra
gli ultimi ad entrare nella lista: Simone
de Beauvoir, Aldo
Capitini, Alberto
Moravia, André
Gide e Jean-Paul
Sartre.