ACCADDE L' 1 SETTEMBRE
- 01 settembre 2021 Cultura
1 settembre 2004 – A Beslan (Ossezia Settentrionale-Alania, Russia) dei terroristi ceceni armati prendono in ostaggio centinaia di bambini e adulti nella scuola elementare della città.
La strage di Beslan è il massacro avvenuto fra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola Numero 1 di Beslan, nell'Ossezia del Nord, una repubblica autonoma nella regione del Caucaso nella federazione russa, dove un gruppo di 32 terroristi, fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l'edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini. Due giorni dopo, quando le forze speciali russe fecero irruzione, fu l'inizio di un massacro che causò la morte di più di trecento persone, fra le quali 186 bambini, e oltre 700 feriti. L'attacco iniziale ebbe luogo il 1º settembre 2004, il primo giorno dell'anno scolastico in Russia. I bambini, accompagnati dai genitori e spesso da altri parenti, presenziano ad una cerimonia di apertura ospitati dalla scuola. Si pensa che i terroristi abbiano scelto questo giorno particolare per avere maggiore visibilità. Alle ore 09:30 locali, un commando di 32 persone armate, con il volto coperto da passamontagna e in alcuni casi dotate di cinture esplosive, giunse all'edificio utilizzando due mezzi di trasporto, un furgone precedentemente rubato alla polizia e un secondo furgone militare, prendendo d'assalto la scuola. I terroristi chiarirono immediatamente ai presenti la loro identità iniziando a sparare in aria e obbligando la gente presente all'esterno dell'istituto scolastico a dirigersi nella palestra. Durante il caos iniziale, 65 persone riuscirono a sfruttare la confusione per fuggire ed allertare così le autorità. Dopo uno scambio a fuoco con la polizia locale e un civile armato ucciso (in seguito venne riportato che anche un terrorista fosse stato colpito), il commando prese possesso dell'edificio scolastico con circa 1200 persone in ostaggio, le quali vennero ammassate nella palestra. Dopo aver radunato gli ostaggi in palestra, il commando separò e uccise da 15 a 22 degli adulti maschi presenti fra gli ostaggi I sequestratori minarono la palestra e il resto dell'edificio con congegni esplosivi improvvisati. Successivamente dimostrazioni atte a scoraggiare qualsiasi tentativo di intervento della polizia videro il commando minacciare di uccidere 50 ostaggi per ogni loro membro ucciso dalla polizia e di uccidere 20 ostaggi per ogni loro compagno ferito. Minacciarono inoltre di far esplodere l'intera struttura scolastica se il governo russo avesse forzato il blitz della polizia. Il 2 settembre, le trattative fra Rošal' e i separatisti si dimostrarono un insuccesso. Attorno alle 13:04 del 3 settembre, i terroristi decisero di permettere a quattro medici l'ingresso nell'istituto scolastico per rimuovere i corpi dei deceduti. Non appena i medici si avvicinarono alla scuola, i terroristi aprirono il fuoco e due esplosioni, sulle quali esistono diverse versioni, furono udite nella palestra. Due dei medici rimasero uccisi mentre gli altri riuscirono a ripararsi. Parte del muro della palestra venne demolito dall'esplosione, permettendo così a un gruppo di 30 ostaggi di fuggire, un buon numero dei quali perse la vita a causa dello scambio di fuoco fra gli agenti russi e i sequestratori.
Jurij Ivanov, un altro investigatore, asserì in seguito che le granate furono lanciate su preciso ordine del presidente Putin.