ACCADDE L' 8 AGOSTO

8 agosto 1956 – In Belgio, nella piccola città mineraria di Marcinelle, scoppia un incendio nella miniera di carbone. Muoiono 262 lavoratori di 12 nazionalità diverse, di cui la maggior parte (136) sono italiani


Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò d'un incendio, causato dalla combustione d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L'incendio, sviluppatosi inizialmente nel condotto d'entrata d'aria principale, riempì di fumo tutto l'impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. L'incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all'estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell'UNESCO. Il "pozzo I" della miniera di Marcinelle era in funzione sin dal 1830. Non è corretto affermare che esso fosse privo delle più elementari norme di sicurezza ma, di certo, la sua manutenzione era ridotta al minimo necessario. Tra le altre funzioni, questo pozzo serviva da canale d'entrata per l'aria. Il "pozzo II", invece, operava come canale d'uscita per l'aria. Il "pozzo III", in costruzione, aveva delle gallerie connesse con i primi due, ma esse erano state chiuse per diverse e valide ragioni. Gli ascensori, due per pozzo, erano azionati da potenti motori posti all'esterno. In alto, su grandi tralicci metallici, erano poste due molette, enormi ruote che sostenevano e guidavano i cavi degli ascensori. La maggior parte delle strutture all'interno del pozzo era in legno. Questo perché, da sempre, il legno era il materiale più comunemente impiegato, ma anche perché, a una tale profondità, il cavo dell'ascensore potesse oscillare in modo tale da giungere a strisciare sulle traverse. Quindi, per evitare l'usura prematura del cavo, si dava preferenza alle strutture in legno. L'aerazione era assicurata da grandi ventilatori, posti all'esterno, che aspiravano l'aria viziata tramite il "pozzo II".


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