ADRIANA PANNITTERI CI RACCONTA RAFFAELLA CARRÀ
- 03 novembre 2024 Cultura
Melfi è una graziosa cittadina della Basilicata nota da diversi anni per ospitare (per fortuna a diversi chilometri di distanza) la succursale della Fiat. Nei decenni passati era nota per avere dato i natali all'illustre uomo politico Francesco Saverio Nitti, la cui statua campeggia all'interno del bel giardino pubblico che risalta nella parte bassa della città, provvisto di piante lussureggianti, fontane sontuose, panchine accoglienti. E di una grande edicola rasente la strada che dà le "spalle" al giardino. Fermandomi con l'auto; una Fiat ovviamente!, nella calda estate da poco passata, noto fra i libri esposti uno la cui copertina ritrae la bella immagine di Raffaella Carrà ritratta intorno agli anni Ottanta. Si tratta della sua biografia, scritta dalla giornalista romana Adriana Pannitteri, volto noto del Tg1 da lei condotto per anni. Adriana inizia il suo libro in una Roma di luglio torrida, che sta attendendo il passaggio del feretro di Raffaella che dalla sua casa romana approderà alla basilica di Santa Maria in Montesanto, meglio nota come chiesa degli artisti. Poi le sue ceneri faranno una sosta a San Giovanni Rotondo per quindi approdare al cimitero dell'Argentario. Nonostante la morte abbia interrotto le sue "incursioni" nel presente, il suo glorioso passato continua a rifulgere in vari momenti della giornata, con lei che giovane e bella o meno giovane ma sempre bella si affaccia dallo schermo in bianco e nero o a colori cantando, ballando, presentando. Perché ha saputo riciclarsi con sapienza e intelligenza, Raffaella, passando dal cinema dei suoi freschi anni alla Tv degli anni '70, dalla Tv del giornalismo anni '80 a quella a noi più vicina dell'inviata nelle case di personaggi noti. E sempre con la sua verve di sana donna romagnola che sa entrare nelle famiglie con il garbo che l'ha sempre contraddistinta. Su lei non è mai trapelato scandalo di nessun genere, se mai sono stati alcuni suoi partner a infognarsi in situazioni poco decorose, tipo mettersi con ragazzine che potevano essere loro figlie. Lei che avrebbe voluto tanto avere una famiglia ma che invece - forse anche per colpa sua, o per avere seguito consigli sbagliati - quando il momento era giunto non seppe prenderlo al volo. Così come anche una sua più giovane seguace, che innamorata del partner di bell'aspetto, ne seguì ciecamente i consigli e le imposizioni, rinunciando ad avere figli perché lui tanto li aveva già avuti dal precedente matrimonio! Raffaella Pelloni in arte (e che arte!) Carrà crebbe in una famiglia di sole donne: la madre e la nonna, priva di padre perché il signor Pelloni lasciò ben presto la famiglia come già aveva fatto il signor Hepburn anni prima. Addossarsi le responsabilità che una famiglia giustamente comporta non è da tutti. Per fortuna che solo pochi genitori agiscono così, come solo pochi figli si tramutano in carnefici dei propri genitori. Il libro della giornalista Adriana Pannitteri è un prezioso resoconto che fa meglio rilucere e risaltare la meravigliosa soubrette che il nostro Paese ha avuto il privilegio di far nascere e crescere.
Antonio Mecca