ANDAR PER EDITORI
- 10 ottobre 2017 Cultura
Il Pulcino sulla groppa dell’Elefante
Editori ed editor ne ho incontrati e conosciuti molti, anche di grandi, e alcuni pure frequentati. Fra loro: Ugo Mursia, Mario Spagnol, Federico Elmo; Ettore Mazzali, Edmondo Aroldi, Evaldo Violo, Franco Grassi, Marco Tropea, Alberto Cristofori, Gino Ruozzi, Daniela Marcheschi, Ignazio Drago ecc. Ma non avevo mai visto un vero editore al torchio, attingere da ordinati cassettini i piombi (le lettere), comporre parole, righe e pagine come si faceva dai tempi di Gutemberg fino all’avvento dell’elettronica e delle compositrici digitali, ormai d’uso comune nell’editoria anche online e on-demand.
Ebbene, quell’editore esiste, si chiama Alberto Casiraghy e l’ho visto dar di gomito al torchio e reggere nel palmo della mano i caratteri come fossero dei suoi figli neonati. Casiraghy coraggiosamente stampa e pubblica ogni volume a tiratura limitata di copie (max 21 e matrici biffate) del suo nutritissimo catalogo, giunto al 9.999° titolo. E il 10.000? Ecco il motivo che mi spinge a parlarne su questo periodico. La piccola casa editrice PulcinoElefante - ormai storico marchio nato oltre 30 anni fa - il 5 settembre 2017 ha voluto festeggiare il proprio quota 10.000 titoli e l’ha fatto alla grande in tandem con un altro gigante della fotografia: la celebre artista di fama internazionale Maria Mulas. Un incrocio combinato di due straordinari eventi: la mostra di 200 fotoritratti, e il 10,000° titolo a essa dedicato.
Fra tanti titoli da Guinness dei primati figurano nomi d’artisti e poeti di prima sfera nel panorama letterario dei secoli xx-xxi e che a elencarli tutti ci vorrebbero un paio di pagine. Basti citare Maurizio Cucchi, Valerio Magrelli, Bruno Munari, Franco Loi, Fernanda Pivano, Alberto Rebori, Luciano Ragozzino, Sebastiano Vassalli, e altri con il picco di presenze della poetessa Alda Merini (in foto con l’editore) che raggiunge la bellezza di oltre 135 volumetti pubblicati nell’arco di 20 anni. La contemporanea nutrita mostra Mulas, visitata da un nume-rosissimo pubblico affluito a Palazzo Morando di via Sant’Andrea nel cuore di Milano, ha confermato il valore formale e la maestria fotografica dell’artista, la quale già s’era ritagliato un posto nella storia dell’arte, per aver ripreso e documentato fase dopo fase il restauro del Cenacolo, tesoro custodito e visitabile al Museo Vinciano nel refettorio della Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Milano.
Michele Francipane