CANNE AL VENTO - Grazia Deledda
- 17 marzo 2020 Cultura
Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale. A cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva
lavorato a rinforzare l'argine primitivo da lui stesso
costruito un po' per volta a furia d'anni e di fatica, giú in
fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera
contemplava la sua opera dall'alto, seduto davanti alla
capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa
sulla bianca collina dei Colombi.
Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là
scintillante d'acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix
considerava piú suo che delle sue padrone: trent'anni di
possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di
fichi d'India che lo chiudono dall'alto in basso come due
muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla
collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo.
FINIS
Donna Ester, ricordandosi che gli piacevano i fiori,
spiccò un geranio dal pozzo e glielo mise fra le dita sul
crocefisso: in ultimo ricoprí il cadavere con un tappeto
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di seta verde che avevano tirato fuori per le nozze. Ma il
tappeto era corto, e i piedi rimasero scoperti, rivolti
come d'uso alla porta; e pareva che il servo dormisse
un'ultima volta nella nobile casa riposandosi prima
d'intraprendere il viaggio verso l'eternità.